Baldelli rilancia la Fano-Urbino "Sviluppo per i comuni dell’interno"

L’assessore regionale alle Infrastrutture: "Ferrovie dell’entroterra rami secchi? Sono germogli. La tratta del Metauro e Pergola-Fabriano-Civitanova potrebbero integrare costa ed entroterra"

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di Giorgio Guidelli

"E sentirò l’amico treno

Che fischia così"

Il ragazzo della via Gluck - Adriano Celentano

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Il treno ha fischiato. E non fischia più da un pezzo. Ma non solo s’è guadagnato (ormai) pagine e pagine di letteratura sui giornali, ma pure serenate, poi disattese, nei secoli dei secoli. Almeno nell’ex Granducato di Urbino. Dove il binario è rimasto per lo più, come cantava Claudio Villa, "triste e solitario". Così, mentre al nord, la locomotiva viaggia nel verso della sostenibilità ambientale, quaggiù più al sud, la direzione è opposta. Il binario è l’eccezione, l’asfalto la regola. Condito da tubi di scarico, anche ai piedi dell’Appennino. Anche nelle svolte viarie che ‘dolceggiano’ tra le giogaie montane. Una infrastruttura a due velocità, la ferrovia pesarese e urbinate, che sul fronte della Fano-Urbino ha conosciuto più salite che sul Col Galibier nella storia del Tour. Al tramonto degli anni Ottanta, su queste colonne, Paolo Nonni raccontava l’ultimo viaggio domenicale sulla littorina delle Fs. Da Pesaro a Urbino. Con un cocktail di ironia e sarcasmo, narrava col taccuino alla mano una carrozza del moribondo trenino: poche anime e desolazione. Cui, poi, sulla tratta sarebbe seguito un deserto del Gobi di rovi. Dall’altro ieri, eccola la nuova giunta. Francesco Baldelli è assessore alle Infrastrutture.

Da ‘rami secchi’ a radici del rilancio del trasporto marchigiano. Quale il futuro di Pergola-Fabriano e Fano-Urbino?

"Più che radici direi veri e propri germogli. Si parla giustamente di Alta Velocità e, purtroppo, non si dice quasi nulla delle linee ferroviarie delle aree interne, che dovrebbero rifiorire per sviluppare un’economia trainata dal turismo di prossimità, legato alla riscoperta delle eccellenze artistiche, naturalistiche ed enogastronomiche di territori ancora per molti versi intatti. Pergola-Fabriano-Civitanova e Fano-Urbino, oltre all’aspetto turistico e al pendolarismo universitario, potrebbero generare uno sviluppo straordinario per molti Comuni dell’entroterra, ma anche rappresentare il modo migliore per integrare veramente le aree interne e quelle costiere, in una virtuosa sinergia. Peraltro queste linee fanno parte integrante del paesaggio e delle bellezze del territorio, tanto che i loro ponti sono vincolati dalla stessa soprintendenza".

In provincia autonoma di Bolzano, il ‘ramo secco’ Merano-Malles non solo ha rilanciato, ma raddoppiato. Miraggio per noi?

"Il treno deve essere “velocità” per le tratte nazionali e internazionali ma anche una “locomotiva” di sviluppo per trainare le enormi potenzialità di una fetta importante delle Marche, offrendo opportunità di lavoro nella regione anche ai giovani che avrebbero in mente di emigrare. I “rami secchi” sono tali per una miope visione basata esclusivamente su numeri mal calcolati, ma se invece osservassimo le sinergie che possono produrre con il turismo, l’agricoltura e le nuove mobilità allora la visione cambierebbe".

Il centrodestra aveva promesso un rilancio delle nostre ferrovie. In cinque anni, quale può essere una mappa futuribile delle infrastrutture?

"Dobbiamo restare coi piedi per terra. Parlare, ad esempio, di arretramento dell’Alta Velocità senza fare prima un’attenta analisi costi-benefici, non è un azzardo ma potrebbe essere un “inganno” ai danni dei marchigiani. Valuteremo con attenzione le opportunità di queste “grandi” opere, ma ci piace ragionare su cose fattibili, su progetti finanziabili e di sicura esecuzione".

Ascoli, per arrivarci ci vuole una vita con il treno. Sono queste le Marche del 2020?

"Ascoli è nelle nostre priorità, oltre a questo impegno penso poi a Firenze e Roma e quindi al raddoppio della Orte-Falconara. Mi piace ragionare con una visione complessiva e, da questo punto di vista, anche le piccole tratte sono funzionali a migliorare i collegamenti tra il Nord ed il Sud delle Marche e con quei centri come Ascoli, ma penso anche a Macerata o a Urbino, che sono relativamente lontani dalla costa".

Fano-Urbino. Logico e ragionevole coprirla con una ciclabile? O meglio ciclabile più ferrovia modello Malles?

"Vedo con grande favore l’integrazione treno-bici come quella treno-auto e pullman. Non dobbiamo più ragionare per mezzi separati, ma per esigenze di chi utilizza questi mezzi per muoversi, e soprattutto puntare a coinvolgere coloro che, per abitudine o per mancanza di informazioni, non hanno altra alternativa che prendere l’auto".

Priorità assolute?

"Ci sono priorità e incompiute su cui impegnarci e su questo ci potrebbe venire in aiuto anche il Recovery Fund. Per i collegamenti ferroviari, oltre ai progetti di fattibilità socio-economica per il potenziamento della Orte-Falconara, l’elettrificazione della Civitanova-Albacina, e gli interventi finalizzati a sopprimere i passaggi a livello, dovremmo studiare soluzioni integrate per migliorare la mobilità “alternativa” all’utilizzo dell’auto e studiare progetti per la rivitalizzazione delle aree interne e sgravare dal traffico tante aree costiere. Tenendo sempre a mente la necessità di dare finalmente luce alle opere incompiute, come la Fano-Grosseto e come il sistema delle pedemontane".