Belloni: "Visto che non sono Attila?" L’assessore del verde ’riabilitato’

Era stato accusato di aver fatto tagliare il sottobosco per puro sfregio e scarsa cultura manutentiva. Il questore ha rivelato che l’eliminazione della vegetazione spontanea era stata posta come condizione

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C’era lui, Enzo Belloni, a fare da cuscinetto tra le esigenze della polizia di veder tagliato il sottobosco del parco per far puntare le telecamere sullo spaccio e gli ambientalisti che lo accusavano di essere pressapoco Attila. Ieri, l’assessore al verde era presente alla conferenza stampa in questura ma senza possibilità di parola. Solo all’esterno ha potuto dire la sua: "Ecco spiegato perché dovevamo tagliare i cespugli e il sottobosco prima tra il vialone e la ferrovia e poi sulla sinistra, lungo il camminamento sopraelevato dove lo spaccio era continuo. Ce lo aveva chiesto la prefettura e la questura e sapevamo solo che non c’erano alternative. Lo stesso questore ha parlato in conferenza stampa dell’esigenza di vedere nei cassetti in profondità per non andare a tentoni ed è quello che l’amministrazione comunale ha cercato di agevolare".

"Capisco gli ambientalisti e le tante persone che hanno protestato con la raccolta di firme contro questi tagli ma io l’ho fatto per esigenze particolari che ora hanno portato a dei risultati importanti. E’ stata azzerata la presenza della rete di spacciatori che avevano occupato quell’area. Nessuno si fa illusioni che sarà sempre così ma intanto abbiamo dato una risposta alle paure e preoccupazioni delle famiglie che evitavano di andare al parco Miralfiore per lo spaccio di droga. Ora ci possono tornare sapendo che i controlli delle forze dell’ordine saranno sempre serrati ed efficaci grazie a questi spazi più facili da verificare. Nessuno ha pensato di tagliare alberi e cespugli a caso perché erano brutti, ma c’era questa esigenza precisa che ci è stata posta ai tavoli dei comitati per la sicurezza e non potevamo sottrarci".

"Nello stesso tempo – continua Belloni – non potevamo rivelare ciò che la polizia stava facendo ma ci siamo limitati a dire che per motivi di sicurezza dovevamo rendere pulito il sottobosco. Spero che ora si comprenda meglio il nostro operato, che comunque può migliorare con la collaborazione di tutti".

Per il sindaco Matteo Ricci la cattura della banda di spacciatori è un risultato straordinario: "Oggi la città è più forte". Il sindaco Matteo Ricci definisce così l’operazione “Cento Fiori” al parco Miralfiore della polizia di Stato nel quadro di un’indagine diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, che ieri ha portato alla custodia cautelare di 19 persone per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Dice il sindaco: "Ringrazio il questore Raffaele Clemente, la sua squadra e tutte le forze dell’ordine che hanno collaborato. Grazie all’assessore all’Operatività Enzo Belloni, che in questi mesi si è preso tante critiche per l’intervento di manutenzione straordinaria del verde pubblico al parco" che, come si legge nel comunicato della Questura, è stato definito “vitale per l’azione preventiva”.

"Quandohse fa ho incontrato il questore Raffaele Clemente e abbiamo fatto il punto delle criticità in città: tra le priorità quella di togliere lo spaccio al Miralfiore, un luogo fantastico frequentato da tante famiglie, che va salvaguardato. Oggi registriamo un risultato importantissimo: grazie a questa operazione il parco è più bello, sicuro. Più persone lo vivranno, meno balordi si avvicineranno".

Da sempre Pesaro fa della "legalità e sicurezza elementi centrali per la qualità della vita – conclude Ricci - . Sappiamo che dobbiamo tenere ancora alta la guardia contro lo spaccio di droga, uno dei mali della nostra società, perché finchè ci saranno persone che ne fanno uso ci sarà chi la spaccerà. E’ un tema sul quale non scherziamo. Questo ultimo importante risultato è frutto anche di una collaborazione istituzionale forte che ha visto tutti impegnati per liberare il parco da droga e pericoli". Ogni giorno, una pattuglia della polizia locale sarà presente nel parco avendo rinforzi quasi quotidiani dalle altre forze dell’ordine.

ro.da.