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Biodigestore, resta il rebus sul partner di Aset

Dopo due anni dalla manifestazione d’interesse indetta dal Comune, la discussione sull’impianto non è ancora approdata in Consiglio

Biodigestore, resta il rebus sul partner di Aset

Biodigestore anaerobico, dopo due anni dalla manifestazione d’interesse indetta dal Comune non c’è ancora il partner di Aset per la realizzazione dell’impianto, né la discussione è approdata in Consiglio comunale al quale spetta l’ultima parola.

Anche se ormai la strada sembra portare verso Terre Roveresche, il sito proposto da Feronia l’unica società, tra le partecipanti alla manifestazione d’interesse, in possesso dell’autorizzazione per la costruzione dell’impianto.

A esprimere alcuni dubbi è il consigliere comunale di Noi Giovani Edoardo Carboni che mette a confronto gli investimenti di Feronia con quelli effettuati da Green Factory (partecipata al 100% da Marche Multiservizi). "Quali sono le motivazione economiche per cui Green Factory – chiede Carboni – giunta anch’essa alla conclusione dell’Iter autorizzativo per un impianto analogo nel Comune di Vallefoglia, ha realizzato investimenti per 4 milioni 110 mila euro (di cui 1,4 milioni riferiti "all’avvio dell’attività progettuale") mentre gli investimenti di Feronia siano di soli 10mila euro?".

Inoltre Carboni, in una interrogazione, fa presente come "Feronia abbia presentato a luglio 2023 alla Provincia una istanza per la proroga dell’avvio e della fine dei lavori, dichiarando di aver ricevuto il 19 giugno di quest’anno ‘la notifica di due ricorsi in appello al Consiglio di Stato da parte del Comune di Terre Roveresche e che in considerazione della pendenza di tale contenzioso gli istituti di credito non stanno erogando i finanziamenti richiesti dalla società’". "Mi chiedo – prosegue il consigliere comunale di maggioranza – quale sia la prevedibile evoluzione di tale circostanza e in che orizzonte temporale?".

E ancora Carboni: "Insediare l’impianto nel sito di Terre Roveresche, come individuato da Feronia (oggi un’area agricola) comporta, come quantificato nella documentazione prodotta dalla società stessa potenziali maggior oneri (di urbanizzazione dovuti per la variante urbanistica al Comune di Terre Roveresche, per la manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità e per la dismissione dell’impianto e ripristino dell’area) stimabili in almeno 6 milioni 921 mila euro rispetto alla localizzazione del biodigestore in un sito industriale (come sarebbe nel caso di Vallefoglia ndr)".

Si chiede Carboni se sia "disponibile una valutazione dell’impatto dell’impianto, in termini economici, nel sito di Terre Roveresche, considerata l’assenza della rete per l’immissione del metano e la necessaria e conseguente liquefazione del gas prodotto per il suo trasporto mediante carri bombolai".

Un dibattitto, quello sul biodigestore, che ha caratterizzato le legislature di Seri, con divisioni profonde all’interno della maggioranza tra chi avrebbe voluto l’accordo con Marche Multiservizi e chi invece ha spinto per una scelta autonoma di Fano. Dopo un periodo di relativo silenzio, Carboni sembra voler riportare l’attenzione sul biodigestore e sul futuro di di Aset tanto più che, a breve (qualcuno dice prima della fine dell’anno) il Consiglio comunale potrebbe essere chiamato ad esprimersi sulla eventuale patnership con Feronia: la sola, tra le società che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse, ad avere progetto, sito e soprattutto l’autorizzazione a costruire.

Anna Marchetti