Vlado Borozan, ritorno alla vita dopo il malore. E chiama Gemellaro che lo ha salvato

Il medico della Vis Pesaro era in panchina e si è catapultato in tribuna: "Ringrazia il cielo, non me"

Vlado Borozan a destra, e durante i soccorsi sabato sera (Fotoprint)

Vlado Borozan a destra, e durante i soccorsi sabato sera (Fotoprint)

Pesaro, 28 settembre 2020 - "Ho fatto ciò che dovevo fare in quel momento assieme al mio collega Davide Patrignani che da una vita lavora con l’emergenza". Il giorno dopo il miracolo, Vittorio Gemmellaro si toglie di dosso l’etichetta di eroe per avere salvato la vita al dg della Vis Vlado Borozan e taglia corto: "Ringraziate il cielo, non me". Lo ha ripetuto anche a Vlado, che dal letto dell’ospedale, appena ripresa conoscenza, ha ripetuto il suo grazie al responsabile sanitario della Vis che assieme al massaggiatore Patrignani ha bruciato sul tempo la morte che correva verso di lui. Un grazie accompagnato dalla sua volontà di uscire presto dall’ospedale e rientrare in gioco. Il giorno dopo il dramma del Benelli, che ha mandato in secondo piano il mezzo passo falso della squadra in casa con il Legnago, emergono i retroscena della tragedia sfiorata. 

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Sono appena passate le 22 quando Borozan, che aveva accusato qualche disturbo in serata, cade a terra in tribuna. La moglie del presidente Bosco, Grecia, ha sangue freddo e gli sorregge la testa, mentre tutti si sbracciano e gridano chiedendo di un medico. A quel punto si vede il dottor Gemmellaro che compie un gesto da atleta fuori dal comune: scatta dalla panchina e scavalca la balaustra che ingabbia la tribuna completamente isolata per l’emergenza coronavirus. Se Gemmellaro non avesse avuto la prontezza di abbattere quella barriera e fosse stato costretto ad un giro ‘largo’, il tempo per soccorrere Borozan probabilmente non sarebbe stato sufficiente. 

Una volta raggiunto Borozan, Gemmellaro e Patrignani hanno letto alla perfezione il momento: Borozan respirava a fatica, poi improvvisamente più niente, il defibrillatore inserito nel suo corpo per un problema precedente si era fermato: "E’ stato a quel punto che abbiamo deciso subito per il massaggio, mentre Patrignani eseguiva manovre determinanti per la respirazione e per evitare altri guai, ma non chiamateci eroi, abbiamo fatto quello che bisognava fare ed è andata molto bene. Ripeto, bisogna solo ringraziare il cielo", commenta Gemmellaro. Anche per il resto. L’ambulanza presente allo stadio ci ha messo un po’ per avvicinarsi e raggiungere la tribuna, sollecitata ripetutamente dai presenti, a causa anche delle barriere architettoniche. 

Nel frattempo a Borozan era stato applicato l’ossigeno. Una serie di particolari che dovrebbero far riflettere sulla necessità di avere allo stadio, così come in altri impianti sportivi, un vero e proprio servizio di soccorso oltre che di trasporto e soprattutto meno ostacoli tra campo e tribune. Una volta giunto in ospedale Borozan è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dove ha ripreso conoscenza. Non ricorda nulla di quanto accaduto. Solo si è reso conto della gravità, ringraziando il medico che gli ha salvato la vita, mentre fuori arrivavano i primi tifosi allarmati dal lancio on line del nostro giornale in diretta. E mostrando, qualche ora dopo, il suo carattere: "Voglio uscire". Intanto, tramite il Carlino, ringrazia tutti quanti gli hanno dimostrato affetto in queste ore.