Caro-energia: ecco perché finiamo nei guai

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Alessandra

Baronciani*

Qualcuno chiama questa crisi energetica “tempesta perfetta”. Ma è una guerra, con tutti i contorni geopolitici, i giochi di potere e le ingordigie finanziare dettate dalla speculazione. Tre paesi in campo: Cina, Usa e Russia che giocano ad un ’Monopoli’ contro un’Europa con molte ideologia e poca leadership. Gas metano ed energia elettrica hanno subìto un aumento di 5 volte a partire da settembre 2021, e resteranno a questi livelli quasi certamente fino alla primavera, sperando in uno scenario positivo sulla crisi Ucraina. Le imprese pesaresi si chiedono se è corretto che le bollette di dicembre siano fino a 2 o 3 volte più care rispetto a quelle dello scorso anno. Purtroppo il valore è corretto: si è passati da una media di 6 eurocent a 28 nel mese di dicembre. Il gas metano (che è passato dai 20 eurcent al mc agli 85 di oggi superando a dicembre i 100) farà vedere il suo picco sulla bolletta di gennaio. Non c’è distinzione sul caro prezzi fra piccole e grandi imprese della nostra provincia, a soffrire di più sono quelle il cui costo dell’energia impatta di più sul fatturato come plastica, vetro, chimica, carta-imballaggio, alimentare, prefabbricati. Meno rilevante ma sempre pesante l’impatto su metalmeccanica, mobile arredo e terziario. Quasi tutte le imprese dovranno rivedere il bilancio 2021 inserendo gli extra costi. Per il 2022 per ora non ci sono scappatoie, a parte sperare in una positiva conclusione della crisi Ucraina, e sperare che il governo Draghi decida di garantire risorse extra anche a favore delle imprese, ma servirebbero miliardi. E in attesa che arrivino i nuovi piani nazionali per l’estrazione d gas, le imprese come sempre dovranno stringere la cinghia. Speriamo che l’Europa comprenda bene quanto accaduto: si bruciano miliardi senza ridurre la C02.

* presidente Confindustria Pesaro