ELISABETTA FERRI
Cronaca

Carola Rackete si occupa di Pesaro. Arriva in Europa il caso "No Gnl"

L’ambientalista, europarlamentare, ha presentato una interrogazione sull’impianto previsto alla Tombaccia

La europarlamentare Carola Rackete, ambientalista, già comandante della Sea Watch 3, protagonista dello scontro politico con il ministro Salvini

La europarlamentare Carola Rackete, ambientalista, già comandante della Sea Watch 3, protagonista dello scontro politico con il ministro Salvini

L’eurodeputata Carola Rackete ha presentato una interrogazione parlamentare in merito al controverso progetto di impianto di liquefazione del gas naturale (Gnl) previsto nella zona industriale Tombaccia di Pesaro, in un’area urbana e altamente fragile dal punto di vista ambientale, idrogeologico e sismico. A comunicarlo è stato "il suo ufficio – dice Roberto Malini, co-presidente di EveryOne group e referente del Comitato “Pesaro: No Gnl –, a noi, promotori dell’appello che ha portato alla presentazione formale della domanda. L’interrogazione è stata trasmessa ufficialmente alla Commissione. La risposta richiederà alcuni mesi".

Secondo Malini si tratta di "un passo importante poiché porta il caso di Pesaro all’attenzione delle massime istituzioni dell’Unione Europea, chiedendo chiarimenti sull’attuazione di leggi nazionali per bypassare i controlli ambientali previsti dalla normativa UE". Cioè? "L’interrogazione vuole verificare se il cosiddetto decreto Semplificazioni verrà impiegato per bypassare i controlli ambientali previsti dalla normativa dell’Unione Europea mi iferisco al principio di precauzione, la Direttiva Seveso III e la Convenzione di Aarhu. Ringraziamo Carola Rackete".

Il volto di Carola Rackete, tedesca, oggi europarlamentare del gruppo Sinistra al Parlamento europeo, richiama a molti la vicenda, accaduta nel giugno 2019, che la vide al centro di uno scontro aperto con Matteo Salvini quando lei era la comandante della nave dell’organizzazione non governativa Sea Watch e lui era ministro dell’Interno del Governo Conte. Rackete fu arrestata dopo che il 29 giugno del 2019 aveva portato la propria nave nel porto di Lampedusa, facendo sbarcare i 40 migranti che erano a bordo da più di due settimane. Rackete venne accusata di aver violato gli ordini delle autorità italiane, contravvenendo al divieto di approdo, previsto dal cosiddetto decreto sicurezza bis. Alla fine intervenne la Cassazione e la procura di Agrigento chiese l’archiviazione dell’indagine sostenendo che la Rackete avesse agito per stato di necessittà in quanto aveva il dovere di portare i migranti in un porto sicuro. Lo scontro Rackete -Salvini è proseguito sul altri piani senza portare a condanne per nessuno dei due.