Carriera fuori controllo in aula. Insulti al perito del tribunale

Il ristoratore ha alzato i toni a fine udienza. Il consulente: "Non mi era mai successo"

Carriera fuori controllo in aula. Insulti al perito del tribunale

Carriera fuori controllo in aula. Insulti al perito del tribunale

Volano insulti in tribunale, al termine dell’udienza che vede sul banco degli imputati con l’accusa di simulazione di reato il ristoratore Umberto Carriera. Il ristoratore se l’è presa con il consulente incaricato dal tribunale Luca Russo. "Mi ha detto che non capisco un… niente. Nella mia carriera mi sono occupato di almeno 15 omicidi, casi di mafia a Palermo e Caltanissetta, ho avuto a che fare con ergastolani ma non mi era mai capitato che qualcuno inveisse contro di me e che mi trattasse male in questo modo".

Il fattaccio è accaduto ieri mattina al tribunale monocratico. Il processo è quello che vede coinvolto Carriera come imputato: secondo l’accusa, sostenuta dal vice procuratore onorario Giovanni Rizzi, avrebbe fatto partire finte minacce contro sé stesso dall’account di uno sei suoi ristoranti. Il giudice ha rinviato per repliche e l’accusa ha richiesto una condanna a 1 anno e 2 mesi per Umberto Carriera. Ma lo screzio si è verificato al momento dei saluti, dopo il termine della lunga udienza in cui sono stati ascoltati sia il perito nominato dal tribunale sia quello di parte. "E’ stato solo uno scambio di opinioni – minimizza Carriera –, niente di che. Penso che il perito del tribunale sia stato poco professionale limitandosi a fare un copia e incolla". Ma le offese, all’indirizzo del consulente tecnico, sono volate da parte di Carriera.

"Al momento dei saluti – racconta Luca Russo – anziché una stretta di mano ha inveito contro di me al punto che il giudice voleva riaprire il verbale e mettere agli atti l’accaduto. Ho evitato di farlo e ho preferito soprassedere, a quel punto. Penso, tuttavia, che sia stato uno sfogo fuori luogo. Poteva finire tutto con una stretta di mano e con il reciproco rispetto dei ruoli. Io ho solo fatto il mio lavoro".

Antonella Marchionni