"Chiudete il pozzo del Burano, emergenza finita E nessuno ci ha avvisato dell’aumento dei prelievi"

Alzano la voce i sindaci di Cagli e di Cantiano.. Inviata una lettera a Regione, . Aato, Provincia, Pesaro e Fano

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"Noi non avvisati dell’aumento della portata di attingimento del pozzo del Burano. E viste le ultime piogge chiediamo che venga chiuso". Alzano la voce i sindaci di Cagli Alberto Alessandri e di Cantiano Alessandro Piccini sulla questione dell’emergenza idrica. Da tale contesto è partita una missiva indirizzata alla Regione (tra gli altri all’assessore Stefano Aguzzi), Aato e Provincia oltre ai Comuni di Pesaro e Fano. Nella lettera si legge che: "Anche quest’anno come nel 2021 per arginare la grave siccità ormai da considerarsi non emergenziale, ma ordinaria, e quindi tale da richiedere soluzioni strutturali, si è dovuti ricorrere all’apertura del pozzo Burano sin dal 26 luglio. La situazione del 2022 è stata resa ancora più grave dalla contaminazione dei pozzi di Fano e dal fatto che le alte temperature hanno favorito le proliferazioni algali negli invasi lungo ii Metauro; anche per contrastare questo problema, senza che venisse convocato un comitato provinciale di protezione civile, la soluzione è stata quella di aumentare la portata di attingimento dal pozzo Burano fino a 300 litri al secondo, senza che se ne desse perlomeno dovuta comunicazione alle amministrazioni comunali sul cui territorio insiste l’acquifero di profondità".

"Benché - continuano - i (pochi) dati a nostra disposizione siano confortanti rispetto ad episodici ed emergenziali ricorsi alle acque profonde del Burano, tuttavia non possono in alcun modo ritenersi sufficienti da poter qualificare questa soluzione come sostenibile; come abbiamo più volte chiesto e recentemente ottenuto, sono necessari studi approfonditi della falda. Studi non ancora iniziati. Potete ben immaginare che comunicare il tema dell’apertura del pozzo Burano nei nostri territori è questione complessa che si scontra spesso con pregiudizi e posizioni ideologiche precostituite e strumentalizzazioni politiche, posizioni che, nonostante i nostri tentativi di assoluta trasparenza e condivisione delle decisioni e dei dati, difficilmente sono disposte all’ascolto. Questi nostri tentativi vengono pressoché vanificati quando le decisioni, come quella di aumentare l’attingimento per le riscontrate proliferazioni algali vengono assunte al di fuori del comitato provinciale di protezione civile, perché per quanto condivisibili nel merito, appaiono come subite dagli amministratori di queste aree interne. Ricordiamo inoltre che le scriventi amministrazioni dichiararono la loro contrarietà all’aumento del prelievo qualora non venissero regolarizzate e coordinate le azioni di limitazione di utilizzo improprio della risorsa idrica (ordinanze sindacali) e questo in risposta alla proposta del direttore Aato n.1 Marche Nord - Pesaro Urbino, formalizzata nella mail del 18 agosto scorso. Si fa quindi presente, palesando il nostro disappunto, come non solo non si sia avuto alcun riscontro alla nostra richiesta ma si sia proceduto ad aumentare ii prelievo dai 200 a 300 litri al secondo senza tra l’altro alcuna comunicazione. Siamo quindi a chiedere una maggiore condivisione delle responsabilità e una maggiore leale collaborazione tra enti. Infine considerate anche le recenti piogge e quelle previste, chiediamo di valutare l’imminente chiusura del pozzo e rafforzare le misure per la riduzione degli sprechi di acqua".

am. pi.