Chiuso il passaggio-scorciatoia Scatta la protesta degli abitanti

Sono quelli di via Venezia tra l’altro danneggiati dalle recenti alluvioni. . La pericolosità forse il motivo

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"Dopo il danno anche la beffa". Sta suscitando proteste la chiusura, a sorpresa, sabato scorso di un vecchio passaggio (foto) usato ininterrottamente da circa sessanta anni da molti residenti della parte sud di Via Venezia e della zona residenziale di S. Pietro. Un passaggio che dal ponte situato sulla vecchia Flaminia ha svolto la funzione per decenni di scorciatoia per tanti residenti proprio di via Venezia i quali la settimana scorsa hanno purtroppo subito in varie abitazioni di nuovo molti danni con l’allagamento dei piani bassi delle case dalla grande piena del fiume Burano. Una scorciatoia che dall’ottobre 1976 con la scomparsa in seguito ad un’altra piena dell’antico Ponte Taverna costruito dai romani, permetteva tra l’altro oltre ad accedere in modo più celere al centro storico evitando di allungare un percorso pedonale in un tratto spesso trafficato. Da anni, anche con articoli sul "Carlino", si sollecitava, dando voce a vari residenti del quartiere, il Comune e Istituzione della Casa di Riposo dove in parte è situato il passaggio di proprietà dei due Enti, di provvedere a sistemare in sicurezza e in modo più agibile la scorciatoia. Nessuna risposta è mai arrivata pur continuando a permettere con un silenzio assenso di far usufruire liberamente il passaggio. Sabato scorso la sorpresa nel veder murati con cinque file di pietra alcuni scalini dell’accesso dalla vecchia Flaminia: da lì proteste e conseguenti richieste di riaprire. La presunta pericolosità del passaggio potrebbe portato alla decisione di chiuderlo. Da troppi anni non c’è mai stata una decisa sinergia comune tra i due Enti sollecitata dai residenti di trovare una soluzione per renderlo sicuro e agevolmente percorribile. Chiuderlo in modo così improvviso ed in un periodo già penalizzante per le esondazioni, certo non ha aiutato i residenti.

Mario Carnali