Cittadinanza alla Finanza, il Consiglio si spacca

Il riconoscimento sarà assegnato per l’azione con cui il corpo, nel 1860, entrò in città per liberarla dalle truppe dello Stato pontificio

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Urbino insignirà la Guardia di finanza della cittadinanza onoraria, ma la decisione spacca il Consiglio comunale. Lunedì, l’organo ha approvato la proposta di riconoscimento, che sarà assegnato per l’azione con cui il corpo, nel 1860, entrò in città alla guida degli insorti per liberarla dalle truppe pontificie. Tuttavia, l’accordo non è stato unanime: Pd e Viva Urbino hanno detto "no".

Nessun voto espresso dal gruppo misto, con Luca Londei assente giustificato. La cerimonia si svolgerà il 29 settembre: il comandante generale Giuseppe Zafarana riceverà l’onorificenza in Consiglio comunale a nome della Guardia di finanza, per poi spostarsi all’Università Carlo Bo, la quale insignirà il corpo del Sigillo d’Ateneo per le stesse ragioni. "La Giunta vuole dare un riconoscimento a cui noi siamo contrari, per l’atto in sé di assegnare la cittadinanza onoraria a un corpo piuttosto che a una persona - ha commentato Lorenzo Santi, capogruppo del Pd -. Essendo un corpo dello Stato, non ha bisogno di un’onorificenza di questo tipo, anche perché, altrimenti, dovremmo fare altrettanto in tutta Italia e non solo con esso. Per noi, la situazione è già risolta con le due targhe presenti in città a commemorazione dell’episodio storico".

Seppur particolare come azione, Urbino non è la prima città ad attuarla verso un corpo dello Stato. Non capita spesso, però, che il Consiglio comunale sia diviso sull’assegnazione della cittadinanza onoraria. Giorgio Londei spiega perché Urbino e il Montefeltro abbia votato contro: "La nostra gratitudine alla Guardia di finanza è fuori discussione. Ciò che dobbiamo contestare è il metodo usato per giungere alla decisione. Cosa vi sarebbe costato coinvolgere i capigruppo? Io e Federico Cangini abbiamo dovuto sapere della cosa in piazza. Quando proposi la cittadinanza onoraria per Alberto Angela mi fu detto che non si poteva, in quanto non condivisa coi capigruppo. Perché quella volta no e ora sì? Infine, dato che oggi il Consiglio ricorda un episodio del 1860, se l’avessi saputo prima avrei proposto di riprendere, piuttosto, l’atto con cui Urbino in quell’anno fu dichiarata capoluogo di provincia. È la prima volta che si assegna la cittadinanza onoraria non all’unanimità e mi dispiace molto".

All’intervento di Londei ha risposto il presidente del Consiglio, Massimiliano Sirotti, puntualizzando che "il 7 settembre è stata convocata la conferenza dei capigruppo, primo atto ufficiale, e la proposta era all’ordine del giorno. Solo dopo c’è stata la Giunta comunale, in cui la delibera è stata votata". A difesa del percorso intrapreso, il sindaco, Maurizio Gambini, ha spiegato: "Normalmente vediamo onorificenze alla persona, noi riconosceremo il valore storico di quegli anni per l’Italia e per la città. Nelle scorse settimane ci siamo confrontati con la Guardia di finanza sull’opportunità e sulla possibilità di insignirla della cittadinanza onoraria. Avremmo potuto fare diversamente? Certo, è sempre possibile, ma è anche ovvio che sindaco e Giunta abbiano prerogativa di proporre. Coinvolgere tutti nella costruzione di proposte mi sembra inusuale. Tuttavia, il percorso c’è stato, non facciamo cose a sorpresa. Credevo che ci sarebbe stata l’adesione di tutti, quindi votare contro è grave nei confronti di Urbino. Almeno, io la vedo così".

Nicola Petricca