Coronavirus Pesaro, ricoverati oltre quota 100. Terapie intensive in allarme

Nelle Marche peggiorano tutti gli indicatori, a partire dai nuovi positivi: 204, di cui 25 in provincia. Il San Salvatore continua a ricevere malati dal Sud

Riaprirlo o no? Si riaccende il dibattito sull’ospedale Covid di Civitanova

Riaprirlo o no? Si riaccende il dibattito sull’ospedale Covid di Civitanova

Pesaro, 19 ottobre 2020 - Nuovo picco di contagi nelle Marche e inevitabile, consequenziale aumento di ricoveri, anche nelle Terapie intensive regionali. E si riaffaccia il problema dei posti letto, ovvero della capacità del sistema sanitario di reggere l’urto di una nuova ondata. Partendo dai numeri, il bollettino del Gores parla di 204 nuovi positivi nelle ultime 24 ore, quasi il doppio dei 121 di ieri, su un totale di 1.662 tamponi quanto riguar (pari al 12%, 2 punti in più) per da le nuove diagnosi. La provincia più colpita è quella di Macerata (86 casi), seguita da Ancona (60), Pesaro e Urbino (25), Fermo (14) e Ascoli (9). Gli altri sono di fuori regione. Ancora una volta aumentano i sintomatici, 30, e la principale causa di contagio è il contatto in ’setting domestico’, cioè tra conviventi in casa (67 casi), tra contatti stretti (43) e in ambienti di vita e divertimento (19). All’aumento dei casi, corrisponde un aumento di ricoveri negli ospedali. Sono diventati 101, nel territorio regionale, i pazienti ospedalizzati (erano 87 fino a ieri), di cui 19 a Marche Nord (dai 17 di ieri): 5 in Terapia intensiva (uno in più), 1 in Medicina sub intensiva e 13 a Malattie infettive. C’è anche una mamma ricoverata nel reparto Covid di Ostetricia del San Salvatore, che come noto è l’unico punto nascita regionale per donne che risultano positive durante la gestazione. Dei 19 ricoverati più la gestante, solo 4 sono della nostra provincia. Così come sono pesaresi solo due dei 5 ricoverati in Terapia intensiva: gli altri provengono tutti dalla zona ascolano/maceratese. Ma il problema è un altro, perché il numero di posti letto di terapia intensiva, nelle Marche, è di molto inferiore al limite che il governo ha fissato come ’soglia di sicurezza’. Praticamente, per stare tranquilli, dovrebbero esserci 14 posti letto ogni 100mila abitanti: se in media, nel nostro Paese, quella soglia scende a 10,6, nelle Marche il dato è tra i peggiori d’Italia. Con 8,3 posti letto ogni 100mila abitanti, la nostra rgione fa peggio solo dell’Umbria (7,9) e della Campania (7,3). Ovviamente al momento i tassi di saturazione delle Terapie intensive sono ancora lontani dai dati di marzo e aprile, ma c’è il rischio che ci si possa ritrovare in difficoltà da un momento all’altro. E quindi si pone il problema di dove e come recuperare quei posti mancanti. Nelle Marche, prima del Covid, i posti letto totali erano 115. Con il decreto Rilancio ne sono stati programmati altri 105. Ad oggi, il numero è arrivato a 127. E gli altri 93? Secondo la previsione che si fece a giugno, 41 letti di Terapia intensiva dovevano essere aggiunti a Marche Nord (trasformando altri reparti), altrettanti a Torrette e altri 17 dovevano essere in capo all’Asur. L’obiettivo dell’allora governatore Ceriscioli era arrivare a quota 300, la cifra prevista dal Piano pandemico regionale approvato nel 2007 che calcolava proprio in 300 il picco dei ricoveri in terapia intensiva. Un numero a cui si potrebbe arrivare calcolando anche gli 80 posti del Covid Hospital di Civitanova. Ma qui manca il personale, di là siamo ancora ben lungi.