Covid, il primario: "Ormai è come un’influenza, serve un cambio di marcia"

Gabriele Frausini, direttore di Medicina interna a Marche Nord, è in prima linea da marzo 2020. Ora chiede una svolta: "Non dobbiamo smantellare, ma basta anche con i tamponi agli asintomatici, altrimenti diventa una caccia alle streghe"

Gabriele Frausini, primario di Medicina interna nell’azienda ospedaliera Marche Nord

Gabriele Frausini, primario di Medicina interna nell’azienda ospedaliera Marche Nord

Pesaro, 5 febbraio 2022 - "Serve un cambio di passo. Ormai nella gran parte dei casi il Covid va considerato come un’influenza". Parole di Gabriele Frausini, primario di Medicina interna a Marche Nord. Uno che fin dall’inizio è stato in prima linea sul fronte Covid e che recentemente non ha esitato a scendere in strada per convincere la gente a vaccinarsi. Uno che, insieme ai colleghi dell’azienda ospedaliera, è stato tra gli avanguardisti sul fronte delle cure, dall’eparina alle terapie monoclonali. E oggi anche lui chiede una svolta sul fronte della gestione della pandemia. "Non possiamo essere ancorati agli schemi delle prime ondate – dice –. Basta con i tamponi agli asintomatici o diventa una caccia alle streghe".

Zona arancione, Marche bocciate dal 7 febbraio

Addirittura? "Sì, Omicron è molto diffusa ma dà una sintomatologia che si ferma alle alte vie respiratorie. Io stesso sono stato contagiato: ho avuto una tracheite e basta. In pratica mi si è abbassata la voce per due-tre giorni".

Ma ogni giorno parliamo di andamento dei ricoveri, le Marche vanno in zona arancione per questo. Come lo spieghiamo? "Molti dei ricoveri non sono per il Covid, ma con il Covid".

E quanti sono, per esempio, a Marche Nord? "Almeno un terzo. Si tratta di pazienti con una o più malattie e che hanno anche il Covid. Gente che ha avuto per esempio occlusioni intestinali, ictus, trombosi. Questi, se sono anche positivi al virus, ma asintomatici, devono essere trattati come pazienti normali. Chiaramente se invece c’è una sintomatologia respiratoria si torna agli schemi che ormai conosciamo bene".

Significa anche che i pazienti con il Covid dovrebbero essere trattati nei reparti ordinari? "Io penso che i reparti dovrebbero essere attrezzati per questo, ma è una mia opinione personale. Il concetto è che non possiamo continuare a paralizzare la sanità. Le patologie no Covid devono tornare ad avere la stessa dignità. Noi a Marche Nord lo stiamo facendo, ma servono decisioni nazionali".

E com’è invece al San Salvatore la situazione dei pazienti gravi a causa del Covid? "Resta una porzione di persone con polmoniti importanti. I malati gravi sono soprattutto i non vaccinati, quelli che hanno fatto solo due dosi o i pazienti molto fragili. Il vaccino ha dato risultati straordinari sul fronte della riduzione dei ricoverati gravi".

E’ vero che arrivano in reparto molti non vaccinati anche tra i più anziani? "Sì, una donna di ottant’anni mi ha confidato: ‘C’era tanta confusione sul vaccino e ho avuto paura’. E questo è grave",

Ha detto di aver avuto il Covid anche lei: è d’accordo con chi dice che gli operatori sanitari asintomatici possano lavorare? "Diciamo che sono quasi d’accordo: con le opportune accortezze tipo le doppie mascherine si potrebbe fare. Io avrei potuto lavorare tranquillamente". Insomma, dobbiamo iniziare ad archiviare il Covid?

"No, non bisogna smantallare. Il Covid ancora esiste ma lo conosciamo molto meglio. Dobbiamo riadattarci. Cambiare marcia".