Denunciati i tre picchiatori di Montecchio

I carabinieri hanno identificato un terzetto dell’Est. Il 2 agosto scorso prese a pugni tre giovani nella discoteca "Villa Borghese".

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Li hanno denunciati per lesioni aggravate. Sono tre persone, due ventenni e un 35enne dell’Est ma residenti in zona. I carabinieri di Vallefoglia non hanno specificato l’origine. Ma su un fatto non hanno dubbi: i tre sono i responsabili (ma ce ne sono anche altri) dell’aggressione selvaggia avvenuta nella notte del 2 agosto scorso all’interno della discoteca Villa Borghese di Montecchio dove un gruppetto di stranieri ha preso a calci e pugni tre giovani del posto. I buttafuori del locale, nel parapiglia, hanno fatto ciò sono chiamati a fare, mettendo alla porta tutti, aggressori e vittime. Che si sono ritrovate così nel piazzale di fronte dove è ripreso il pestaggio, col coinvolgimento anche di chi non c’entrava nulla con la zuffa scoppiata poco prima all’interno. Come Matteo Signoretti, 23 anni, di Montecchio. Che disse: "Potevo morire. Mi sono preso tanti cazzotti, calci e pugni in testa e nel corpo". Marco, titolare di una palestra di pesistica olimpica a Montecchio (quarto classificato in

Italia ai nazionali), imprenditore

tra i più giovani della provincia

(a 18 anni ha aperto la sua palestra) ci ha raccontato nei giorni seguenti: "Sono stato picchiato senza reagire, ma non ho avuto il tempo di fare nulla. E’ stata una aggressione brutale, mentre stavo andando in auto per andare via con i miei amici. Avevamo infatti notato che all’interno della discoteca la situazione stava degenerando. C’era stata una colluttazione tra un gruppo di albanesi e di italiani, con alcuni miei amici tra questi. Io però non c’entravo nulla".

Una volta fuori dalla discoteca, riprende Marco, "questo gruppo di albanesi che era stato invitato a uscire dai buttafuori, ha iniziato a inseguire me e altri due miei amici, pensando forse che facessimo parte del gruppo con cui all’interno si erano picchiati violentemente. Invece eravamo totalmente estranei". Quindi la ricostruzione dell’aggressione: "Gli albanesi correvano nel parcheggio e ci chiamavano. La prima cosa che ho fatto è mettere al riparo i miei due amici più giovani, di 21 e 20 anni. Li ho chiusi nella mia auto. Quindi nel fare il giro della mia automobile per salirci, ho contato sei persone che mi hanno accerchiato, mi hanno buttato a terra cominciando a colpirmi con calci e pugni. Mi sono difeso solo riparandomi la testa tra le mani, per attenuare quei colpi terribili sferrati sul mio cranio e in tutto il corpo. Mi potevano ammazzare, pensavo solo ad andare via il prima possibile, ma non riuscivo a rialzarmi. Per fortuna è arrivato un ragazzo e gli ha gridato, “Cosa fate vigliacchi, sei contro uno“ e ha afferrato uno per uno i miei aggressori per darmi respiro. A quel punto mi sono alzato e sono riuscito ad entrare in auto. Salvandomi".