"Dobbiamo avere il coraggio di utilizzare le falde"

Emergenza idrica, Gambini illustra il suo piano: "L’ordinanza serve per prevenire una crisi a settembre, se continuerà a non piovere"

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di Francesco Pierucci

"Non siamo in carenza idrica, siamo solo previdenti per i prossimi mesi però dobbiamo avere il coraggio di utilizzare le falde". E’ questo il commento del sindaco di Urbino il giorno dopo l’ordinanza emessa per il risparmio dell’acqua. Nell’intervista Maurizio Gambini tocca anche il tema della creazione di un invaso, portando l’esempio del bio digestore: "Bisogna agire subito e non aspettare altro tempo perché poi è troppo tardi".

Quindi in Urbino manca l’acqua?

"Da quando sono sindaco è la seconda volta che emetto questa ordinanza. Il problema emergenza acqua non riguarda solo Urbino, questa esiste perché in inverno non ha piovuto e le falde si sono abbassate.

L’ordinanza serve per prevenire una crisi a settembre, se continuerà a non piovere".

Quindi sarà un autunno a rischio?

"Non lo sarebbe, almeno non così, se smettessimo di prendere posizioni ideologiche e utilizzassimo le falde acquifere sotterranee quando servono. Dire che queste non si devono considerare perché sennò si esauriscono non corrisponde alla realtà, si alzano e abbassano in base alle piogge. Bisogna smettere di fare gli ipocriti, abbiamo fatto una delibera dell’Aato che dice che possiamo usare l’acqua del Burano, così come quelle delle Fonti di Sant’Anna. Ovviamente quando servono e va intubata per evitare gli sprechi. Le falde acquifere sono come dei contenitori che, una volta raggiunto il limite, non tengono più e quindi l’acqua esce. Infatti in inverno quando c’è troppa acqua da piogge o nevicate queste riversano nei fossi e fiumi. Ad esempio è stata fatta una buona gestione della diga di Mercatale (Sassocorvaro Auditore) che 10 giorni fa era ancora piena e quindi può essere usata per l’agricoltura ma anche in caso nelle emergenze essendo intubata fino a Pesaro".

Si è parlato più volte di fare un invaso anche nell’entroterra per contrastare la siccità.

"Anche qui bisogna smettere di fare gli ipocriti. Un grande invaso va fatto, andava realizzato 50 anni fa e ora bisogna iniziare a fare i progetti e i finanziamenti. Basta con gli studi perché già ci sono. Almeno uno va creato, se possibile due.

Quando si fanno fare gli studi fuori è perché non ci si vuole prendere la responsabilità e invece a noi ci hanno votato e dobbiamo decidere.

Questo è amministrare. Tutti i sindaci sanno che un invaso serve ma non si vuole andare avanti: ci sono 5 luoghi dove poterlo fare. Il luogo dichiarato più idoneo è tra Apecchio e Mercatello sul Metauro, il secondo invece è a San Donato in zona Mulino di Badò, tra pieve di Cagna e Cerqueto Buono. Questo metodo degli studi continui lo abbiamo visto anche i altri casi, come ad esempio i bio digestori".

Quali sarebbero le similitudini?

"Facciamo gli studi ma non si agisce. Io nella mia attività quando ho deciso di fare gli impianti a bio gas, e ne ho quattro, ho scelto l’area, creato il progetto ed è stato realizzato. E sono simili al bio digestore che andava fatto già nel 2010. Oggi probabilmente non sappiamo più se sarà sostenibile dal punto di vista economico perché i costi sono più alti e le tariffe incentivanti sono diminuite. A forza di fare studi su studi, di cose che già sappiamo, abbiamo perso grandi opportunità. Siamo arrivati troppo tardi".