ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Dolore e rabbia per Simone. Il prete: "Lavoro disumanizzato, corsa esasperata al profitto"

L’ultimo saluto al 33enne rimasto ucciso lunedì scorso, schiacciato dal carrello trasportatore. Dure le parole del sacerdote: "Assurdo morire lì dove si suda per realizzare i propri sogni"

L’ultimo saluto al 33enne rimasto ucciso lunedì scorso, schiacciato dal carrello trasportatore. Dure le parole del sacerdote: "Assurdo morire lì dove si suda per realizzare i propri sogni".

Pesaro, 1 giugno 2024 – Un silenzio che urlava. E’ quello che aleggiava ieri nella chiesa di Santa Maria Annunziata di Morciola durante i funerali di Simone Mezzolani, 33enne vittima del lavoro. Il giovane papà è morto lunedì scorso poco prima delle 22 mentre stava prestando servizio all’interno della Fab di Gallo di Petriano. E’ rimasto schiacciato dal carrello trasportatore mentre, a fine turno, stava compiendo una manutenzione al macchinario. Quest’ultimo era stato disattivato ma il rullo, per cause che sono al vaglio della Procura di Urbino, avrebbe ripreso a funzionare, non lasciando scampo al giovane operaio.

"Siamo ancora frastornati – ha commentato il parroco della chiesa gremita dai tantissimi colleghi, amici e familiari del giovane –. Perché morire sul lavoro? Perché morire nel luogo dove si fatica per realizzare i propri sogni e il proprio desiderio di creare una casa, mettere su famiglia, realizzare una vita più o meno agiata per sé e per gli altri. Ogni giorno le morti sul lavoro sono un vero e proprio bollettino di una guerra silenziosa. Se ne parla un po’ quando accadono fatti tragici come questo ma poi ci si dimentica. Personalmente dico basta con le parole di circostanza: la vita di ogni uomo vale più del profitto e di ogni interesse personale. Le vittime sul lavoro sono di qualsiasi età e sono il segnale di un impoverimento sociale che riguarda tutti. Il lavoro si disumanizza e diventa una corsa esasperata al profitto. Che tutto questo non accada mai più".

E a dire basta, ieri pomeriggio, nella chiesa che si affaccia sull’ultimo tratto della strada montelabbatese, uno degli snodi principali del tessuto produttivo, c’erano centinaia di persone. I cancelli della Fab ieri pomeriggio sono rimasti chiusi, dalle 14 alle 22, per permettere a tutti di partecipare ai funerali di Simone e di stringersi intorno alla compagna Chiara e ai due figli piccoli che lunedì sera non hanno potuto riabbracciare il loro papà.

Sulle cause dell’incidente fatale indaga appunto la procura di Urbino e l’indagine è condotta dai carabinieri e dal servizio di prevenzione dell’Ast.

E’ stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e il macchinario è stato posto sotto sequestro. Un perito nominato dalla Procura condurrà un accertamento tecnico irripetibile alla ricerca di risposte ed eventualità responsabilità.

Ma al funerale di ieri c’era spazio solo per il dolore e la rabbia per una morte tanto improvvisa quanto inaccettabile. C’erano, a titolo personale, i rappresentanti delle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil che, all’indomani della tragedia, avevano organizzato un presidio e deposto una corona di fiori accanto al tabernacolo dedicato alla Madonna nel piazzale dell’azienda e che ieri l’altro hanno indetto un’ora di sciopero a fine turno e un’assemblea di lavoratori che ha visto un’ampia partecipazione dei dipendenti.