Dopo 50 anni, le Benelli ’cantano’ come allora

Villa Fastiggi rievoca la vittoria da leggenda di Saarinen, del 1972, su Agostini, nel percorso della frazione: davanti a 50mila persone

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Quando ’cantano’ loro, tutti zitti. Il rombo della velocità che ha fatto storia spacca i timpani nel piazzale del circolo Arci di Villa Fastiggi, ieri, poco dopo le 18.

I meccanici di Luciano Battisti – il proprietario dei due pezzi storici (ne ha altri 200) – accendono le Benelli 350 e 500 cc, quattro cilindri e quattro tempi, 16 valvole. Silenzio. Qualcuno si copre le orecchie, altri respirano felici la puzza terribile che esce dalle marmitte. Sono le moto con cui Jarno Saarinen fece del circuito di Villa Fastiggi leggenda, perché batté, con quelle due moto, l’irraggiungibile Mv Agusta di Giacomo Agostini. Anno 1972, è il 20 agosto. Cinquantamila persone a vederli, la Mv Agusta non perdeva da 5 anni, e le Benelli tornarono a far correre l’orgoglio pesarese come non accadeva da un pezzo. Saarinen, del resto, quando le aveva provate poco prima a Modena, ai meccanici della Benelli aveva detto: "Ok, vanno bene".

Ieri al circolo di gente ce n’erano un po’ meno, ma il rombo è rimasto quello di allora. Ci hanno messo 16 anni, i meccanici di Battisti (che oltre che collezionista è anche socio fondatore e presidente onorario del Registro Storico Benelli), per rimetterle a posto, dopo quella vittoria che fece epoca. I due meccanici, Ivano Balestrieri e Raoul Baronciani, ieri c’erano. Assieme ad Eugenio Lazzarini, pilota anche lui, tre volte campione del mondo con la 50 e la 125.

Altri tempi, il 1972. L’anno prima Battisti corre in sella alla sua Kawasaki su quelle strade e capisce che possono diventare un percorso da campioni. Va con altri del Motoclub a parlare col sindaco Stefanini e si fa fare una variante al Prg perchè servono due curve per evitare che le moto vadano troppo veloci. Stefanini da l’ok. L’anno dopo è quello della doppietta di Saarinen. Ventimila balle di paglia per la strada, e "tante bibite, faceva caldo". La prova vale per il campionato italiano ma è anche una gara internazionale. E’ la sfida tra Saarinen e Agostini, ma soprattutto quel circuito – 3 km – già famoso in tutta Europa, è un incubatore di sogni. La Benelli è tornata in auge da poco tempo con la gestione dell’argentino De Tomaso. E il leoncino trionfa con quel pilota ingegnere meccanico, norvegese, un’anima sola con la moglie perfino alle gare, visto che era meccanico anche lei. Ma tra Norvegia e Argentina c’è posto anche per l’orgoglio pesarese. Il ’72 è anche l’anno in cui Saarinen diventa campione del mondo. "Prendeva le curve come pochi altri, con le ruote dietro andava sotto le balle di fieno", ha detto ieri Lazzarini. "Modo nuovo di guidare, ancora più innovativo di Agostini", fa notare Alessandro Magrini, tra gli organizzatori dell’evento. L’anno dopo Saarinen muore, assieme a Pasolini, nelll’incidente sul circuito di Monza.

Alessandro Mazzanti