
L’ingresso del tribunale di Pesaro. La procura sta chiudendo le indagini. sulla truffa all’Inps e sui maltrattamenti
La procura ha chiesto il sequestro di 84mila euro alla zia che intascava la pensione della nipote facendola passare per schizofrenica. E’ il caso su cui indaga la procura di Pesaro dopo la querela per truffa, maltrattamenti e riduzione in schiavitù presentata a giugno 2023 da una 30enne di origine moldava arrivata a Pesaro poco più che 18enne. La ragazza ha un passato di violenza. Il padre aveva ucciso sua mamma per poi sequestrare la ragazza legandola ad un albero e alimentandola solo a pane e acqua. La giovane era rimasta con la nonna fino alla sua morte, nel 2014. Poi aveva deciso di raggiungere la zia che si era stabilita e lavorava da tempo a Pesaro. Ma qui non aveva trovato la serenità che cercava, quanto piuttosto nuove insidie. Secondo l’accusa, infatti, la zia l’avrebbe costretta a mostrare comportamenti schizofrenici, a passare quasi segregata in casa le sue giornate, a occuparsi delle pulizie e dell’accudimento di un anziano e a uscire solo con la testa coperta senza farsi vedere da nessuno. Si era fatta nominare amministratrice di sostegno nei confronti della nipote presentando, in suo nome, richiesta di invalidità all’Inps per problemi psichici. La zia, minacciandola di rimandarla in Moldavia dove non aveva più nessuno, le avrebbe imposto di non rispondere alle domande della commissione medica se non emettendo rumori o versi sconnessi. Prima delle visite l’avrebbe anche stordita con alcuni medicinali al punto che, in un’occasione, era finita anche al pronto soccorso. Da settembre 2016 a luglio 2023 ha percepito una pensione complessiva di 84mila euro della quale la ragazza era completamente ignara. Quei soldi, infatti, andavano sul conto della zia.
La ragazza era poi riuscita a scoprire l’inganno e aveva presentato querela liberandosi dall’incubo. Si è trasferita in Toscana dove lavora ed è riuscita a ricostruire una vita serena. La zia, invece, è tornata in Moldavia.
Sette mesi fa l’avvocato Simona Selvanetti di Lucca, domiciliata nello studio dell’avvocato Alessandro Pagnini del foro di Pesaro, aveva presentato istanza di opposizione all’archiviazione chiesta dall’allora procuratrice Tedeschini e il giudice aveva disposto che venissero fatte ulteriori indagini. Circa 20 giorni fa la fa giovane è stata ascoltata dal sostituto procuratore Silvia Cecchi come persona informata sui fatti. Ora l’indagine si avvia alla chiusura.