
Francesco Vitali, la battaglia nel ricordo di Benedetta: "Non deve accadere mai più"
Francesco Vitali, 25 anni, fratello di Benedetta, la 15enne fanese morta nella strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo.
Se l’aspettava di poter essere tra i candidati a ‘Cittadino dell’anno’?
"No. Vedendo anche gli altri candidati, sono stato molto colpito e onorato. Mi fa piacere e mi dà la forza per andare avanti. Perché forse vuol dire che devo continuare così, che sto facendo del bene a mia sorella e a tutte le vittime di quella tragedia. Sarebbe fantastico poi se la mia storia potesse essere di stimolo per qualcuno o un supporto in una situazione di sconforto. Io non mi arrenderò finchè tutte le 6 vittime non riposeranno in pace e giustizia. Ma soprattutto voglio che non accada mai più".
Chi è Francesco Vitali?
"Sono uno studente e uno sportivo, appassionato di calcio. Laurea triennale in Scienze ambientali Protezione civile all’Università Politecnica delle Marche. A febbraio prenderò la magistrale in Rischio ambientale. Sono molto grato al mio percorso universitario perché per me è stato la rinascita, fin dall’inizio. Mi sono iscritto a settembre: a dicembre è morta Benedetta e poco più di un anno dopo mia madre. Mi sono gettato nello studio per tenere la testa impegnata. Sono molto legato alla mia famiglia, unita e numerosa".
Dall’8 dicembre 2018 si è sempre battuto per ottenere piena giustizia per le vittime ma anche per garantire il divertimento sicuro per tutti. In queste due partite… ha l’impressione che siano più i gol segnati o quelli subiti?
"Vorrei aspettare per esprimermi. Perché credo tanto nella giustizia e nel lavoro che l’associazione Cogeu sta portando avanti".
Prima sua sorella, subito dopo sua madre. Dove ha trovato la forza per non farsi sopraffare da tanto dolore?
"Me l’hanno lasciata loro. In realtà io ho parecchi cedimenti, però loro dall’alto mi dicono che devo andare avanti e mi illuminano la strada. Per quanto la vita possa essere crudele dobbiamo viverla. Ed io, mio babbo e mio fratello ci facciamo forza a vicenda".
Rimpianti?
"Direi di no. Certo le mie scelte sono state condizionate molto dalla morte di Benny e mamma. Ma è la vita e lo accetto. L’unico vero rammarico, proiettando la mia vita su un’aspettativa di 80/85 anni, è l’aver potuto trascorrere così poco tempo con loro".
Progetti per il futuro?
"Tante idee e anche tanta voglia di metterle in pratica. Nel futuro più prossimo c’è laurearmi, poi ovviamente il lavoro che mi auguro sia qualcosa di avvincente, costruttivo e formativo. Sicuramente continuerò a portare avanti ’impegno preso con mia sorella il giorno della sua morte: far sì che quella tragedia non venga mai dimenticata"
ti. pe.