"Giorni al telefono col Cup. Poi visita a Rimini"

La protesta di una 53enne fanese, che doveva fare un esame urgente: "Nella mia città si riusciva soltanto pagando, ho voluto cambiare"

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"Se stai male e hai qualche soldino da parte magari ti salvi. Perché nelle Marche il concetto è: o hai i soldi per pagare il Servizio Sanitario o ti arrangi".

E’ arrabbiata Paola Morazzini, cucitrice 53enne attualmente in malattia a causa di un male diagnosticatole nel marzo scorso, che la sta costringendo a continue visite specialistiche. Ha chiamato il Cup per prenotare un esame urgente a Fano e le è stato detto che a pagamento c’era posto subito mentre con la mutua avrebbe dovuto aspettare tanti mesi.

"Se non fossi stata operata alla metà di aprile a Cotignola per una mielopatia degenerativa, ora starei già su una sedia a rotelle - ci racconta la donna -. Ho dei disturbi che necessitano approfondimenti. Il neurochirurgo mi ha consigliato di fare una visita urgente dall’otorino, con una laringoscopia, per vedere che tipo di problema c’è alle mie corde vocali. Mi ha fatto una impegnativa con urgenza breve, massimo 10 giorni".

Da qui però inizia un calvario telefonico, per questa vedova che ha un figlio a carico all’università. "Dopo 4 giorni che chiamavo insistentemente il Cup, mi viene dato appuntamento per il 1° di agosto a Cagli, ma dopo due ore mi chiamano per disdire l’appuntamento perché la dottoressa quel giorno non poteva. A quel punto mi hanno detto che ‘l’unica possibilità per il momento è alla fine di agosto a Macerata Feltria, ma richiami tutte le mattine alle 8… magari si libera qualcosa’. Quando ho fatto presente che non posso perdere la vita a telefonare al Cup, mi è stato detto che a Fano non ci sono posti per le urgenze, ma a pagamento potevo fare la visita all’ospedale in pochi giorni".

E così la signora Morazzini ha deciso di prenotare una visita a pagamento: ha appuntamento per mercoledì prossimo, ma a Villa Maria a Rimini. "A Fano non ho chiesto né il giorno né il prezzo - conclude la donna - perché mi ha dato tremendamente fastidio che a pagamento il posto si trovava e con un’urgenza no. A Rimini spenderò 90 euro, più il viaggio. Però a questo punto, non ci penso proprio di dare i miei soldi alla Sanità delle Marche".

"Anche perché – conclude la donna – non è la prima volta che mi capita questo tipo di disservizio. Anche le risonanze magnetiche prima dell’intervento le ho dovute fare a Rimini, dove la sanità funziona bene, non come qui. Poi la Regione Marche si lamenta della mobilità passiva. Ma ci costringono!!! Qui o paghi o muori".

Tiziana Petrelli