Green pass falsi, i procacciatori di pazienti portavano i soldi al medico

Il medico parla e anche chi gli portava i soldi. Sono rimasti invece in silenzio ieri davanti al gip di Rimini i sette sanitari della Romagna sospesi. Avevano finto di vaccinarsi pagando il dottor Bonato per continuare ad entrare nei luoghi di lavoro

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La compravendita di green pass da parte del dottor Roberto Bonato di Cattolica (al costo anche di 350 euro l’uno), ha segnato ieri un punto di svolta: il principale indagato collabora con gli inquirenti, non nega nulla, dice di essere pronto a raccontare quello che sa. Lo ha ribadito al Gip nell’interrogatorio di garanzia (Bonato è agli arresti domiciliari) così come hanno collaborato i due suoi reclutatori di clienti, A.P. 38 anni, di Riccione e la fidanzata fanese B.M, i quali però hanno contestato l’accusa di esser stati i procacciatori di clienti: "L’ho fatto per dare una mano a familiari e amici che si trovavano in difficoltà con il lavoro, non essendosi vaccinati. Ma io non sono affatto un no vax", ha detto il 38enne al Gip, dichiarando di essere amico e frequentatore del dottor Roberto Bonato.

L’indagine è partita dall’esposto presentata da Asur Rimini il 10 novembre 2021 dopo aver riscontrato che il dottor Bonato vaccinava (ufficialmente) persone provenienti da Pesaro, Ravenna, Siena, Trento, Verona, Lucca, Milano, Mantova, Padova, Perugia, Treviso, Bologna, Brescia, Forlì, Genova. Dei 234 certificati sospetti, il medico di famiglia di Cattolica ne avrebbe rilasciati ben 107 a persone che non figurano tra i suoi assistiti, venuti da fuori regione per ottenere il super Green pass.

Ieri mattina Bonato, i due presunti reclutatori e i sette sanitari della Romagna coinvolti nell’inchiesta per aver ottenuto i falsi certificati vaccinali (per la loro l’accusa è di corruzione e falso) sono comparsi davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Tutti, davanti al giudice, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutti tranne Bonato e la coppia, i quali hanno deciso di ’collaborare’ confermando le accuse avanzate dalla procura di Rimini.

Bonato, 59 anni, difeso dall’avvocato Massimo Cerbari, ha parlato per mezzora e ha risposto a tutte le domande poste dal giudice. Il medico resta agli arresti domiciliari. E ha parlato anche il principale presunto reclutatore, difeso dall’avvocatessa Anna Maria Putignano e sottoposto all’obbligo di firma. "Io non sono un no vax, ho solo cercato di dare una mano ad alcuni familiari e amici". Ancora l’avvocato Annamaria Putignano: "Il mio assistito si è ravveduto rendendosi conto di esser finito in un meccanismo che lo ha schiacciato e che certo non ha inventato lui. Credo che si sia appena all’inizio di questa vicenda, ancora tutta da svelare".

ro.da.