
Davide Scavolini counselor educativo
"Permetti ai tuoi giovani di sognare.... sogni realizzabili". Davide Scavolini, pesarese, “counselor educativo“ al liceo artistico Mengaroni, questa frase la tiene appuntata sul cuore perché è stato un dono di Roberto Vecchioni. Sì, proprio lui, l’insegnante che quando canta “Sogna ragazzo sogna“ riempie le arene di mezza Italia.
Che lavoro è quello del counselor?
"E’ una figura specializzata che attraverso l’ascolto attivo permette all’adolescente o alla persona adulta di esternare le proprie emozioni e i sentimenti del presente. Infatti il counseling lavora sul momento attuale, sul superamento dell’ostacolo momentaneo. Un voto, una bocciatura, una delusione, un distacco. Il councelor permette all’altro di creare uno spazio per il racconto di sè".
Come opera in classe con gli studenti?
"L’obiettivo è quello di creare un ambiente di ascolto e dialogo nelle classi. I ragazzi vivono la scuola come un luogo di sfida, voti e di lotta. Creare un ambiente di condivisione e dialogo credo sia molto importante per gli adolescenti. Loro non trovano spesso contesti di ascolto nella loro vita".
Più nel dettaglio?
"Con la preside Serena Perugini abbiamo concordato degli incontri, ad inizio anno, nelle classi prime. I ragazzi si raccontano in modo libero e vero. Senza la paura di essere giudicati. La scuola si trasforma: non è più una dimensione di sfida, ma di comprensione reciproca, dove non conta chi è più bravo, ma la priorità è l’amicizia. Quando si crea l’esigenza di sedute individuali, il ragazzo mi consegna il consenso informato sottoscritto da entrambi i genitori".
Quali disagi provano i giovani di oggi?
"L’adolescente ha dentro di sé dei pensieri che non racconta mai. Un pensiero non raccontato, sovrapposto ad altri, crea un’armatura spessa. Se questa non viene scalfita o destrutturata, nel tempo, si consolida. Il giovane può diventare un adulto triste".
Quali pensieri?
"Spesso una cosiddetta “ingiunzione negativa”: non vali, non sei abbastanza, devi fare di più".
Perché Vecchioni le ha dato quel consiglio?
"Ad oggi la difficoltà che i giovani sentono e vivono è di dover essere più di quello che sono. Arrivare sempre più alti delle aspettative degli altri. Oggi in una società autocentrata ed egocentrica se non diventi qualcuno nel giro di un anno o due anni, non sei niente L’adolescente deve sapere, invece che è già abbastanza e che non deve essere di più".