Il "Guerriero del mare" vale cinque stelle

Il Vinitaly ha premiato tre vini della cantina Guerrieri con il punteggio massimo: anche il Sangiovese Galileo e l’Igt Guerriero bianco.

PIAGGE

Tre vini premiati con il massimo riconoscimento: cinque stelle. L’azienda Guerrieri torna a casa con un successo strepitoso dal Five stars wine 2020, il concorso enologico internazionale del Vinitaly, organizzato da Verona Fiere: uno dei concorsi enologici più importanti al mondo dove durante una degustazione di tre giorni vengono analizzati i nuovi vini delle cantine di tutto l’universo enologico che investono nel miglioramento dei loro prodotti. Durante l’evento una giuria di professionisti internazionali altamente qualificati del settore degusta alla cieca e attribuisce il voto in centesimi ai vini partecipanti. Nell’edizione 2020 sono stati valutati più di 2000 vini provenienti da tutte le regioni vitivinicole del mondo.

Per il quarto anno consecutivo l’Azienda Agraria Guerrieri è riuscita a vincere, posizionando ben tre etichette della propria azienda e ottenendo il prestigioso riconoscimento delle 5 stelle. Vediamo di capire meglio questi vini campioni. Il Guerriero bianco Igt 2018 è composto da uve Verdicchio e Bianchello raccolte tra settembre e ottobre, affina per quattro mesi in botte francese e in sei in bottiglia. Alla vista è giallo pastello poroso. Al profumo è un po’ come frugare tra foglioline di maggiorana, salvia e semi di aneto, fronde di ginestra e bacche di vaniglia. Un viaggio aromatico che sconfina nell’esotico tra pompelmo e ramoscelli di timo limonato su un terreno di arenaria e con capriccio piccante di fiore di zagara finale. Al sorso s’impenna agrumato, portandoci su un vassoio colmo di polpa di pompelmo in cui fare un bagno rigenerante.

Il Guerriero del mare Marche Bianco Igt 2018 nasce dal raccolto di uve del vigneto piantato nel 1990 e innestato con marze di un vigneto storico del 1950 appartenente alla famiglia Guerrieri e precisamente a Celso Guerrieri. Un clone aziendale salvato. I grappoli di uve Bianchello, ma sono presenti anche qualche vite di Malvasia e Moscatello, sono lasciati nel vigneto per più di un mese dal momento della maturazione. Si ottiene così un uvaggio molto maturo grazie al sole e al costante vento della nostra vallata. La vendemmia viene effettuata manualmente con la raccolta in casse. Ha colore giallo limpido e trasparente, lucente d’avorio. L’ingresso olfattivo è inalante, di banana verde, vira poi su limetta, il fiore del lime, e profumo erbaceo di pitosforo, melissa, bergamotto, un rigagnolo di miele. Un ventaglio di note che si alternano, disorientandoci e portandoci su sentieri balsamici che convogliano tutti in una sorgente di luce e in visioni esotiche che si svelano al palato: il sorso è ampio, con ciondolio di frutta estiva mango, papaya. Da masticare a lungo, gustandone la polpa piena e fresca. Vino che nutre, un esempio di come dai tralci del Metauro possano nascere grandi vini locali che parlano una lingua internazionale.

Il terzo vino premiato è il Galileo Colli Pesaresi Sangiovese Riserva 2017, la massima espressione del Sangiovese (con dieci per cento di Montepulciano) dell’azienda, dedicato a Galileo Guerrieri che fu capace di comprendere, alla fine del XIX secolo secolo, il valore di questa terra. Affina per 12 mesi in botte grande e 12 in bottiglia. Ha colore granato impenetrabile, pungenza marcata di cardamomo, macis, ovvero il fiore della noce moscata, e poi emozioni rosse marcate di marasca, ribes, mirtillo, ciliegia grossa sotto spirito, erba mate. Al sorso è armonico, avvolgente, con un frutto finissimo che sazia la sete dei sensi. Un vino vero, di eleganza vergine, nobile, che ci avvolge infine con una freschezza setosa, avvolgendoci in un calore rosso a cui abbandonarci, come a un padre. Altri vini Guerrieri stanno conquistando palati all’insegna del motivo comune della croccantezza. Tra questi il Bianchello del Metauro tradizionale 2019 fragrante e fresco già alla vista e al profumo con note liete di fiori di pero e pesca bianca indorate di perle di mineralità arenaria. E ancora glicine e fragranza di mosto, zenzero e scorza di cedro, susina primordiale. Visioni di primavera.

Davide Eusebi