Il mare si mangia la spiaggia Stagione da incubo a ponente

Passerelle divelte ombrelloni rimossi o scoperchiati al vento

Soffia la tramontana sulla spiaggia di ponente. Vento da nord con raffiche fino a 50 chilometri all’ora e onde alte anche tre metri: stanno divorando la spiaggia, arrivando in alcuni casi a minacciare i capanni. Marco Fava, il nipote del mitico Agide fondatore della Vuelle, gestisce i bagni La Palma, vicino alla colonia di Villa Marina: "Il vento ha letteralmente divelto il cappuccio di paglia dei nostri ombrelloni, scoperchiandoli". Hanno preso il largo anche i soldi spesi dal Comune per il ripascimento della spiaggia a giugno, risucchiati dalle onde: "Non è servito a nulla, purtroppo e abbiamo avuto danni anche alle pedane". Poco più in là Gastone Sguellia Della Marra (discendente di famiglia nobile nel Regno delle due Sicilie), scuote la testa: "Lo aveva detto il geologo Faina che sarebbe successo e infatti aveva suggerito di spezzare le barriere di scogli per dare sfogo al mare che invece quando sbatte verso il porto torna con grande potenza. Sarebbero bastati trentamila euro per sperimentare questa soluzione, ma purtroppo non se n’è fatto niente. Questa spiaggia è continuamente erosa, abbiamo dovuto rimuovere gli ombrelloni sepolti dall’acqua e anche i camminamenti sono stati sollevati. Oltre ai danni c’è tanto lavoro, in una estate nella quale i bagnini non avevano certo bisogno di complicazioni". Lucio Felicita di "Bagni Lucio" è chiuso nel suo ufficio e scuote la testa: "Stanotte il vento è stato tremendo e l’acqua è salita su fino agli ombrelloni. Siamo esposti, di fatto non abbiamo sufficiente protezione. Non bastavano i danni da coronavirus, con ombrelloni in numero ridotto e che secondo me potrebbero non bastare per agosto quando sono attesi i turisti". Maurizio Marconcini a bagni Gino 15 raccoglie con la pala la sabbia che il vento ha ammucchiato quasi fino al confine con il marciapiede della strada: "E’ proprio un bel guaio, ho dovuto smontare dieci ombrelloni, qui va sempre peggio, da quando ci hanno chiuso la strada, pedonalizzando una parte di viale Trieste, mancano posti per i disabili e alcuni di loro che sono da noi si lamentano".

Un tasto su cui batte anche Gino Righetti di bagni Baronciani: "Purtroppo questa è una stagione complicata, la chiusura di viale Trieste ha provocato problemi. Questa è la spiaggia storica di Pesaro, frequentata anche da chi non è più giovane e fatica a farsi 500 metri dal parcheggio di Villa Marina e fino a qui. E poi sono scomparsi i clienti mordi e fuggi del bar, quelli che consumavano il pasto frugale". Gino parla dopo una dura giornata di lavoro in cui ha dovuto strappare dall’acqua ombrelloni e lettini, con le onde che spingevano per metri e metri verso lo stabilimento fino al pomeriggio. Stesse condizioni a Bagni Enrico dove si è temuto che "l’acqua arrivasse fino alle cabine e sarebbe stato un bel danno". Ovunque sono state rimosse le prime file degli ombrelloni, così come sono stati precipitosamente recuperati i lettini prima che l’acqua li portasse via al largo. Una emergenza partita nella notte, con la tempesta di vento che ha alimentato il mare con onde alte fino a pomeriggio inoltrato. Solo quando il vento da nord ha iniziato a soffiare da nord est, i primi bagnanti si sono potuti affacciare alla spiaggia. Completamente vanificato l’intervento del Comune che aveva investito 130 mila euro a giugno per il ripascimento della spiaggia. La sabbia era stata prelevata dal mare e quindi riposizionata a riva, ma ieri non c’era già più. E dopo il danno monta anche la rabbia per gli affari mancati. L’assessore Belloni invita comunque al buonsenso: "Il disegno – dice – è quello di pedonalizzare il lungomare, come è accaduto anche in altre città e mi pare che la gente stia proprio apprezzando. E’ chiaro che si può migliorare tutto e lo faremo l’anno prossimo, cercando di calibrare la chiusura per andare incontro anche ai bagnini. Ma intanto è stato fatto un primo passo importante. E a settembre caleremo gli scogli per le barriere".

Davide Eusebi