
Jessica Pazzaglia è un’appassionata ricercatrice di piante marine
Jessica Pazzaglia anche se è nata e vive in quota (oltre mille metri) sul Nerone, precisamente a Serravalle di Carda, è un’appassionata ricercatrice di piante marine e mette a frutto, dopo essersi laureata, le sue competenze nell’importante Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. I suoi studi sono importanti per garantire la sopravvivenza degli organismi marini e quindi dei nostri mari e recentemente ha guidato una ricerca che apre nuove speranze per la protezione delle praterie marine del Mediterraneo.
Il lavoro, pubblicato ieri sulla rivista scientifica New Phytologist, sta a dimostrare che la Posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale per la salute del mare, è in grado di "ricordare" esperienze passate di stress ambientale – come il caldo intenso – e affrontare meglio situazioni difficili in futuro. "Questa "memoria" – spiega la ricercatrice- non è paragonabile a quella umana, ma si basa su un meccanismo chiamato priming, ovvero una sorta di "allenamento preventivo": quando la pianta vive un primo episodio di stress, sviluppa una risposta più efficace se lo stesso problema si ripresenta. Jessica Pazzaglia e il suo gruppo hanno scoperto che "dopo una prima ondata di calore, le giovani piante diventano più forti e crescono meglio se ne arriva un’altra".
Per arrivare a queste conclusioni, Jessica ed altri ricercatori hanno studiato anche le cosiddette modifiche epigenetiche, cioè cambiamenti chimici che influenzano il comportamento dei geni della pianta senza cambiare il suo Dna. Questi cambiamenti funzionano come dei "segnali di memoria" che aiutano la pianta a ricordare ciò che ha vissuto. Durante la primavera del 2025, si è verificata un’eccezionale fioritura di Posidonia, forse causata dalle alte temperature dell’estate precedente. "La Posidonia, come ogni pianta, produce fiori e frutti che galleggiano in mare conosciuti come olive di mare - aggiunge Jessica - quando maturano, liberano i semi che affondano e, se trovano il giusto fondale, possono dare vita a nuove piante. Ma spesso, a causa delle correnti, questi frutti finiscono spiaggiati e la maggior parte muore sotto il sole".
Proprio da questi spiaggiamenti, Jessica e i suoi colleghi hanno raccolto migliaia di semi da utilizzare per nuove ricerche. Attualmente, è in corso un esperimento innovativo condotto insieme al Cnr-Ias di Capo Granitola (Sicilia): i semi vengono sottoposti a diversi "allenamenti" per capire se questo li rende più forti contro le ondate di calore e la scarsa luce sotto il mare. A Napoli, invece, si lavora al restauro delle praterie marine.
Amedeo Pisciolini