
L’attivista jesino Massimo Gianangeli
Jesi ha una lunga storia di battaglie a difesa dell’ambiente e del territorio e anche in questa occasione della vertenza Edison i cittadini hanno dato forti segnali di partecipazione e contrarietà. Adesso mi aspetto gli atti da parte di chi sta nelle istituzioni". Massimo Gianangeli storico attivista jesino, interviene a nome del Comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina.
Gianangeli, qual è la situazione attuale?"La lotta dei cittadini va avanti da un anno ma ancora nessun ente preposto, nonostante le dichiarazioni, ha formulato pareri contrari ufficiali. Mi aspetto anche che il Sindaco dia, come previsto dalla normativa, un parere sanitario negativo".
Quali sono a vostro avviso i rischi?"Non lo diciamo noi ma viene certificato dalle carte presentate. Questo è un impianto che per bonificare 300mila tonnellate l’anno di rifiuti, emetterebbe in atmosfera 4,44 tonnellate annue di ossidi di azoto, 3,92 di polveri sottili, 1,56 di ossidi di zolfo, 14,02 di ammoniaca e 3,5 di acido cloridrico. Per di più in un contesto che non può essere certo considerato una zona industriale vera e propria: alla Zipa ci sono anche servizi. La stessa Valutazione dell’impatto sanitario, commissionata dal proponente all’Università di Tor Vergata non è stata in grado di esprimersi sulla dispersione dell’amianto.
Cosa è mancato finora?"Si poteva e si doveva dire di più nel 2023 quando l’iter è partito. Noi siamo venuti a conoscenza del tutto solo a maggio 2024. Di fronte abbiamo una multinazionale fortissima. E’ il momento che alle parole seguano i fatti. Vorrei che chi deve difendere i nostri diritti e il nostro territorio, e cioè le autorità preposte, Comune e Provincia in primis, ma anche Arpam e Ast non autorizzino il progetto".