La casa famiglia si allarga ma serve aiuto "Pronti ad accogliere altri bambini con noi"

Francesco e Nicoletta trasferiscono ‘La perla preziosa’ da Monte Santa Maria a Candelara. "Ci mancano 45mila euro per i lavori"

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di Elisabetta Ferri

Vogliono accogliere altre perle preziose, ma per farlo devono allargarsi. La vecchia canonica di Monte Santa Maria, in cima al cucuzzolo, non è più adeguata per la famiglia formata da Francesco e Nicoletta che, oltre ai loro quattro figli naturali, ne hanno tre in affido. Nella nuova realtà in costruzione a Candelara potranno raddoppiare l’ospitalità, mantenendo lo stesso nome ‘La perla preziosa’.

"Cambiamo casa perché nonostante Monte Santa Maria sia un luogo meraviglioso in cui ci siamo trovati benissimo, era sempre meno funzionale – spiega Francesco -: le camere sono piccole e la quotidianità era diventata difficoltosa, oltre che stavamo impazzendo per gli spostamenti perché la vita dei ragazzi che crescono è sempre più polarizzata su Pesaro, che offre più servizi, ma dista 25 minuti e il pulmino si sta consumando".

Una scelta maturata una decina di anni fa con l’adesione alla Comunità Papa Giovanni XXIII. "In casa oggi siamo in 9, ma potremmo arrivare a 12. Due degli ospiti sono con noi dall’inizio, uno è disabile grave, l’altro è diventato maggiorenne. L’ultimo arrivato – racconta Nicoletta - ha 6 anni ed è tetraplegico quindi ha bisogno di assistenza, ci servono spazi più adeguati alle esigenze dei ragazzi. A Candelara passano anche i bus, quindi saremmo anche meno isolati".

Paradossalmente, il momento meno complicato è stata la pandemia "quando stare all’aperto nella natura e nella pace ci è pesato meno che agli altri" ma poi la vita è ripresa coi suoi ritmi e si è presentata l’occasione di sistemare la casa a fianco alla Pieve di Candelara che apparteneva alle suore del Pio Sodalizio. A pianoterra c’è il museo del tessile, ma quello superiore è disabitato ed era prevista la ristrutturazione per un’opera di carità. Don Enrico Giorgini, che aveva già aiutato i ragazzi ad aprire la prima casa famiglia, si è attivato di nuovo per trovare fondi.

"I due terrazzi verranno coperti per aumentare lo spazio, letti e cucina saranno attrezzati per i diversamente abili. Avevamo la copertura quasi totale, grazie agli aiuti arrivati dal Pio Sodalizio delle suore, parrocchia di Candelara, Comunità Papa Giovanni, Diocesi, Fondazione Cassa di Risparmio, Azimut e Rotary. Ma adesso ci mancano circa 45.000 euro, a causa degli aumenti dei materiali e della crisi energetica". Contento anche il parroco di Candelara, don Giampiero Cernuschi: "Ridare vita a questa struttura era anche un desiderio della parrocchia, la presenza della casa famiglia sarà di stimolo a tutti agli abitanti del paese, specie sul piano della genitorialità".

In questo decennio Francesco e Nicoletta si sono mai chiesti: chi ce l’ha fatto fare? "Ci sono momenti di maggior stanchezza, però non ci siamo mai pentiti – dicono –, anzi siamo sempre più convinti che questa è la nostra chiamata. I nostri figli? Essendo cresciuti in quest’atmosfera sono abituati ad avere tanta gente in casa, anche se condividere tutto è complicato. Umanamente forse non ha molta logica prendere un carico così sulle spalle, ma la fede ti fa guardare tutto in un’altra ottica: non fermarsi al problema, ma vedere la motivazione più alta ed essere un segno di speranza".