La Fano-Urbino non è Ottocento È il futuro

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Riccardo Paolo

Uguccioni

Il dibattito sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino talora si incaglia in pochezze locali. Va invece considerato in una prospettiva rivolta al futuro. Partiamo da qui. Punto primo: l’estate 2022 è torrida, dipende dall’Uomo? Certo, il va e vieni delle glaciazioni non fu colpa nostra, però è sicuro che l’anidride carbonica aumenti l’effetto serra. Qualcuno, sospinto dall’afa, ha forse suggerito di usare meno le auto per limitare le emissioni di CO2? Neanche per idea. Punto secondo, l’automobile ha un futuro? Oggi si discute di auto elettriche, che sono care, di autonomia limitata e di complicato rifornimento: ma tecnologia e scienza risolveranno queste difficoltà. Quello che difficilmente sarà risolto è il problema dello spazio, la vera strozzatura del comparto auto. Dati alla mano: nel 1961, mentre costruivamo l’A1 Milano-Roma, in Italia circolavano 2,5 milioni di auto, più circa mezzo milione di autobus e camion. Oggi siamo a 40 milioni di auto, 5 di camion, poi ci sono rimorchi, autobus di linea e turistici, e infine moto e ciclomotori; ma l’Italia è sempre di 301.000 kmq. Dove pensiamo di metterli? Lo spazio è saturo anche in modeste città come Pesaro, Fano, Ancona, e infatti gli urbanisti avveduti non propongono più parcheggi (si riempono subito) bensì l’allontanamento dei motori dalle città. Torno alla ferrovia. La Fano-Urbino non solo va ripristinata ma va anche ricollegata a Pergola e Sassoferrato. Diciamocelo: ci siamo fatti disegnare la rete ferroviaria locale dalla Wehrmacht, che tanti binari distrusse ripiegando, poi dai vari "Agnelli" torinesi e nostrani. Che oggi il treno torni a collegare molti comuni dell’interno alla costa e fra di loro (magari non sempre sull’antico tracciato) è un valore aggiunto, un’alternativa alla saturazione da auto (in in Germania sperimentano un abbonamento mensile a 9 € per l’uso illimitato di bus e treni locali: da giugno ne hanno venduti 20 milioni). Servono anche a noi collegamenti non necessariamente veloci ma puntuali e pervasivi. La Fano-Urbino, ricostruita e diramata, non è Ottocento, è il futuro. Forse non ve ne siete accorti, ma in declino è l’automobile.