
Da sinistra Marco Dini, Alice Cecchini e Roman Joliy
Quattro installazioni architettoniche che uniscono un territorio, e una mostra che le riassume. È un’idea nata tra le verdi colline di Sant’Angelo in Vado e Borgo Pace quella del primo Festival di Microarchitettura (Fe.M), che si è aperto lunedì a Urbino, con l’inaugurazione della mostra negli spazi al primo piano del Collegio Raffaello a Urbino che rimarrà visitabile liberamente fino alla fine di settembre.
Molti i giovani architetti presenti all’evento, patrocinato dall’ordine provinciale, che si pone l’alto obiettivo di riportare l’architettura al centro dei dibattiti locali: "Abbiamo creato il Festival – spiegano gli organizzatori Marco Dini, Alice Cecchini e Roman Joliy – con l’intento di riscoprire i fondamenti sensibili e umanistici di una pratica costruttiva divenuta troppo generica. Per contrastare gli effetti negativi degli sviluppi urbani dominati dall’uso e degli interventi edilizi di scarsa qualità che degradano il nostro territorio, è necessario promuovere una vi¬sione sensibile dell’architettura. Questo richiede il coinvolgimento attivo di residenti, ammi¬nistrazioni e tecnici in un processo di progettazione che valorizzi la qualità estetica, culturale e umana degli spazi costruiti, contribuendo così a creare ambienti più armoniosi e vitali nei nostri comuni".
Da qui, l’idea di installazioni di microarchitettura: "Abbiamo commissionato – proseguono i tre – a quattro team di architetti altrettante o¬pera effimere in quattro bellissimi luoghi, che rimarranno fino a ottobre, col patrocinio dei rispettivi comuni: una “Torre Carbonaia“, realizzata da Alessandra Lione e studio Grazzini Tonazzini e Colombo, lungo le rive del fiume Candigliano a Piobbico; “Indimenticabile“, un corridoio percorribile a Borgo Pace nella zona della confluenza dei fiumi, opera di Lorenzo Guzzini, Riccardo Rossini, Fabrizio Tara¬melli e Sofia Tarfanelli; “Trama Sospesa“: una sorta di velario accanto alla Domus del Mito a Sant’Angelo in Vado, realizzata da Rinaldo D’Alessandro, Giovanni Fabbri e Margherita Lia Tommasi; infine il “Chiostro Illuminato“ a Lunano vicino al convento di Monte Illuminato, opera dello Studio Tephra".
Opere semplici, che dialogano con la natura e le opere umane circostanti, due su quattro percorribili all’interno, prevalentemente realizzate in legno. Gli organizzatori, due architetti e un grafico, promettono di continuare: "Questa prima edizione è nata da una suggestione di un festival simile in Francia, con l’occasione locale di Pesaro 2024. Il prossimo anno vorremmo gemellarci seriamente col festival francese. Speriamo che queste installazioni e la mostra di Urbino, che ne espone modellini, bozzetti e ne spiega la genesi, possano essere un invito ai turisti per leggere e scoprire il nostro territorio. Invitiamo tutti a dedicare una giornata alla loro scoperta percorrendo il nostro bel territorio. Ringraziamo infine i partners che hanno supportato l’evento: Giusto Gostoli - Fare Casa, BCC Metauro, Crainox e Wooden Houses". Info su come raggiungere i luoghi su festivalmicroarchitettura.com
Giovanni Volponi