Caro Carlino,
da anni vengo regolarmente a Urbino. Tutto è cominciato per amore. Poi ho deciso di prendermi una laurea. Infine, vi ho trovato amici e perfino Alessandro il parrucchiere perfetto. Anche se abito lontano, salgo spesso, in auto e in pullman, d’estate e d’inverno. Consumo pasti e vado nei musei, a volte pernotto. Mi capita di fare la spesa, di visitare mostre, di fare fotografie, di andare al cinema e ai concerti. Urbino mi piace molto. Partecipo orgogliosamente a quello che si chiama “indotto“, anche se non sono residente. Ma purtroppo Urbino mi piace sempre meno. La mia delusione è iniziata quando fu chiuso il mio corso di laurea, Scienze Ambientali.
Ma l’università non è tutto. Ci sono altre realtà. Belle, ma che come meteore sono sparite. La Data, non doveva diventare l’ombelico del mondo artistico e culturale? Aperto in pompa magna… e poco dopo, chiuso. E il piccolo Caffè del Sole, dov’è finito? Dov’è Romina, che accoglieva col suo sorriso artisti e poeti? C’è stata la pandemia, come no. Lo sappiamo. Ma il Comune, quello, almeno, mi darà qualche soddisfazione? Oddio. Salgo a Urbino e vedo che il parcheggio libero prima della rotonda si è colorato di blu. Anche lì… area a pagamento. Indeciso se assecondare il trend e girare a destra verso Santa Lucia (dove avrò l’ascensore gratis per il centro storico, purché io attraversi tutto il centro commerciale, e il parcheggio gratis la prime ore, ma solo se acquisterò qualcosa in uno dei negozi) oppure prendere a sinistra, scelgo quest’ultima opzione. Mi piace Mercatale. Anche se il parcheggio costa un bel po’. Mi avvio alla cassa dell’ascensore dove imparo che in questi giorni c’è stato un aumento del cento per cento (da 50 centesimi a un euro) per una salita che in ogni altra città del centro Italia sarebbe gratis. Con chi ce l’ha il Comune? Con i turisti? Con gli studenti? Con i docenti? Con i lavoratori? Con chi va a fare compere in centro? Indeciso, non salgo. Torno da dove sono venuto.
A Pesaro, almeno, è tutto in piano. Non ci sono ascensori, e c’è il mare.
Marco Monari, Bologna