Lezione sulla vita da social. Ragazzi e agenti in piazza: "Occhio alle trappole che trovate su internet"

Ieri l’incontro tra la polizia e gli studenti per approfondire i temi del web. Particolare attenzione alle discriminazioni: "Monitoriamo il fenomeno in rete".

Lezione sulla vita da social. Ragazzi e agenti in piazza: "Occhio alle trappole che trovate su internet"

Lezione sulla vita da social. Ragazzi e agenti in piazza: "Occhio alle trappole che trovate su internet"

Sapersi difendere dalle prepotenze non vuol dire imparare a tirare pugni. "Importante è non isolarsi, avere fiducia nelle proprie capacità e saper chiedere aiuto". La prima lezione che ieri gli adolescenti di quattro classi di liceali hanno imparato è arrivata dall’atleta pesarese Jordan Valdinocci, due volte campione del mondo di kickboxing. L’occasione di incontro tra il campione – pronto a tornare sul ring a novembre – e il centinaio di studenti, è stata la manifestazione “Vita da social“ organizzata dalla Polizia di Stato e di cui ieri, in piazza del Popolo, si è tenuta la tappa pesarese. "In breve – ha osservato il questore Raffaele Clemente – “Vita da social“ è una campagna itinerante per l’educazione alla legalità, mirata a coltivare consapevolezza nei ragazzi riguardo ai rischi insiti nell’uso indiscriminato di Internet". Per capire quanti e quali questi possano essere c’è l’articolo di fianco in cui si raccontano episodi realmente accaduti che hanno avuto come vittime anche adolescenti pesaresi, raccontati in un libro dal professore di lettere alle medie Manzoni, Giammarco Cecconi.

In generale l’obiettivo dell’iniziativa, affidata a livello nazionale agli agenti della Polizia postale è quello di prevenire atti on line di violenza, vessazione, diffamazione e molestie. Con l’occasione i ragazzi hanno incontrato anche gli agenti della stradale, viste le novità normative relative al codice della strada e gli agenti dell’Osservatorio sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) della direzione centrale della polizia criminale. Cosa sono gli atti discriminatori? "E’ quando l’odio diventa reato“ recita lo slogan della campagna d’informazione. Sono dei reati alimentati fondamentalmente dai pregiudizi verso una vittima che subisce discriminazioni basate su etnia, religione, orientamento sessuale, identità di genere... "L’Oscad monitora da tre anni il fenomeno in rete – spiega Antonello De Falco, capo delle volanti e responsabile provinciale Oscad –: non abbiamo denunce di atti discriminatori in provincia, ma questo non vuol dire che il territorio sia immune. Il fenomeno è caratterizzato da una scarsa consapevolezza – continua De Falco – e da una percezione sociale molto bassa, mentre il disagio che procura alla vittima è estremamente grave ed invasivo".

La piramide dell’odio di Oscad ha come base gli atti di bullismo o cyberbullismo: atti discriminatori a bassa intensità che vengano accettati dalla società perché non percepiti come offensivi, ma ridotti a goliardate e quindi non adeguatamente contrastati. Invece per Oscad è forte il rischio di escalation con vandalismi, minacce. I reati discriminatori sono perseguibili su querela di parte e non d’ufficio: "Ecco perché la sensibilizzazione pervasiva che inizia dai ragazzi nelle scuole" commenta Lorenzo Sabbatucci, neo comandante regionale della Polizia postale.

Solidea Vitali Rosati