Macerata feltria, il paese dove ha chiuso tutto

Dal nosocomio all’ufficio Enel, dall’edicola ad altri negozi: cronaca di un centro che muore. Disagi dei residenti e proteste

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Paolo Agostino Davani, candidato (non eletto) a sindaco della lista "Maceratini Sempre" nelle ultime consultazioni comunali di Macerata Feltria ha preso ‘penna e calamaio’ e ha scritto una lettera ("getto e con il pianto nel cuore", dice) dai contenuti critici e con tanti rimpianti. "Nella mia vita non avrei mai pensato di veder il mio paese in queste condizioni - scrive Davani – con anche l’edicola chiusa e senza prospettive di trovare un nuovo gestore. Qualcuno potrà pensare che è un po’ la storia di molti paesi dell’entroterra che tendono a spegnersi come candele, ma Macerata Feltria non è un paese qualsiasi. Macerata Feltria ha una storia millenaria alle spalle di centro dei servizi del Montefeltro al di qua del monte Carpegna. Macerata Feltria è stata sede di Pretura (ora è ancora attivo l’ufficio del Giudice di pace). Aveva una sua banca popolare (Banca Popolare di Macerata Feltria). Aveva un ottimo ospedale che serviva l’intero territorio, chiuso poco dopo l’inaugurazione di una moderna sala operatoria. Aveva gli uffici dell’ENEL. Aveva un Carcere mandamentale nel con azienda agricola per il rinserimento dei carcerati. Aveva una scuola professionale regionale" (Iniasa)".

"Da questa litania di chiusure, si può ben capire l’unicità di Macerata Feltria nel panorama dei centri abitati di buona parte della provincia. Era unpaese con i servizi di una città, servizi che erano a beneficio dell’intero territorio che componeva il Mandamento di Macerata Feltria. Nel giro di pochi decenni è stato chiuso tutto, creando disagio alla popolazione di questa zona, una forte diminuendo della ricchezza circolante e delle occasioni di lavoro. Impoverimento e conseguente riduzione della popolazione con retrocessione nella classifica dei comuni più abitati della zona. Un vero e proprio declino che sta raggiungendo l’insopportabile con la chiusura di alcuni esercizi commerciali che sono alla base della dotazione minima di una collettività cittadina".

"La più emblematica- aggiunge Davani- è la chiusura dell’edicola. A Macerata Feltria non si può più comperare i quotidiani, né le riviste, né i libri. Questa chiusura determina una costante migrazione verso edicole di paesi vicini con annesso danno per gli esercizi commerciali che già faticano a sopravvivere per la proliferazione di supermercati voluti da amministrazioni confinanti sempre tese a fare bottino. Ma l’emorragia di chiusure non sembra fermarsi. Qualche giorno fa il gestore della pescheria ha annunciato la chiusura della sua attività. Altre sono in previsione per fine anno. Che dire poi della sanità in disarmo? Una catastrofe sociale". "Ma i consiglieri comunali e la Giunta, con un sindaco al 3° mandato- conclude Davani- che cosa hanno fatto e che cosa fanno di concreto per mettere in atto azioni che impediscano questa poca dignitosa fine di quello che per centinaia di anni è stato il centro del Montefeltro, negli ultimi 25 anni guidato da giunte comunali di sinistra dalle quali sono usciti due parlamentari di sinistra, in un contesto di ’governi amici’ a Roma e in Regione? Un fallimento totale che ha pesanti ripercussioni sulla qualità di vita dei cittadini e del territorio. È ora di invertire la rotta". am.pi.