Marche in zona bianca? Forse dal 14 giugno

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Marche verso la zona bianca? La direzione è quella, ma bisognerà attendere almeno una ventina di giorni prima di ottenere lo status meno restrittivo. C’è una data messa nel mirino da analisti e istituzioni, ovvero il 14 giugno, che soprattutto nelle speranze degli amministratori locali ed operatori al pubblico potrebbe essere quella giusta per ottenere il via libera alla fascia cromatica più ambita.

Ad oggi, infatti, la regione non ha ancora requisiti richiesti per scendere dal giallo al bianco, ossia l’incidenza settimanale dei contagi inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti per 21 giorni consecutivi. Le previsioni dicono che in coda al monitoraggio di venerdì altre realtà potrebbero ottenere dall’Istituto superiore della sanità e dal Ministero il placet per il bianco (in prima linea Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna) con il via ufficiale dal primo giugno, mentre per la settimana successiva le principali candidate sarebbero Umbria, Veneto, Liguria e Abruzzo. Diffucile che le Marche siano pronte per quella finestra, più attendibile la proiezione di ottenere l’imprimatur per il colore amico in seguito alla verifica istituzionale di venerdì 11 giugno, sempre che si confermi la tendenza di questa seconda metà di maggio in sensibile discesa a livello di diffusione del virus. Ciò, appunto, permetterebbe di ammantarsi di bianco da lunedì 14 con la speranza di affrontare un’estate nel segno di provvedimenti contenitivi abbastanza circoscritti. Dal reparto epidemiologico della Regione, infatti, continuano a seguire con estrema attenzione l’andamento quotidiano dei numeri che inducono ad un cauto ottimismo, anche se, ovviamente molto dipenderà dall’evoluzione delle infezioni in questa parte finale del mese e nel primissimo scampolo di giugno.

Aggiornamenti che fanno piacere arrivano anche dal fronte ospedaliero, dove per la prima volta in questo 2021 le Marche scendono sotto i duecento ricoveri complessivi per Covid, mentre resta invariato nelle ultime 24 ore il numero delle degenze in terapia intensiva (36). Possono così rifiatare le principali realtà sanitarie, a cominciare da Torrette dove attualmente sono 27 i pazienti per il virus (7 in intensiva), quindi con un contesto molto più gestibile rispetto a quando si era arrivati a dover curare contemporaneamente fino a 120 malati Covid, inclusi quelli in sosta al Pronto soccorso, ora fortunatamente svuotato.

Alessandro Di Marco