Pesaro, coltivava marijuana nel capannone. Bolletta della luce da 484mila euro

Era stato arrestato per la coltivazione illegale e per il furto di energia elettrica necessaria all’attività. Ma ora il suo avvocato contesta il conto maxi

Una coltivazione di marijuana

Una coltivazione di marijuana

Pesaro, 26 settembre 2020 - In effetti, era uno che di energia elettrica ne consumava tanta. Ma forse non così tanta. Perchè per la sua piantagione di marijuana, scoperta nel luglio scorso, Giovanni F., un 25enne di origine palermitana residente a Borgo Santa Maria, a fine luglio scorso si è visto recapitare a casa dall’Enel una bolletta a dir poco "pesante": 484.161,27 euro. Il quasi mezzo milione di euro era il totale da pagare entro il 17 agosto scorso, per consumi che vanno da luglio 2015 al luglio 2020: e ovviamente al momento la bolletta è inevasa. Giovanni F. era stato arrestato nel luglio scorso dai carabinieri per via della piantagione illegale e per il furto di energia elettrica. Lui stesso ha infatti ammesso di essersi collegato, grazie a una certa pratica come elettricista, dal suo capannone, situato in via Fontesecco, ad un’altra utenza: quei fili volanti gli servivano appunto per alimentare la sua piantagione, che consumava molto, come capita in questi casi, perchè per i"nutrire" bene le piante di luce e regalare loro la giusta umidità bisogna tenere lampade e ventilatori accesi 24 ore su 24. Ma, ragiona Giovanni F., – che anche grazie al suo legale, Marco Defendini, dopo un periodo di detenzione ora ha ottenuto gli arresti domiciliari e lavora – non da meritarsi quasi mezzo milione di euro di bolletta. Da dove esce quella cifra? Ancora non si sa. Di certo il suo legale, Defendini, ha già scritto una lettera al servizio elettrico nazionale, dicendo in sostanza questo: "La bolletta che ci addebitate riguarda i consumi che vanno dal luglio 2015 al luglio 2020, ma il mio assistito ha attivato il contratto di locazione del capannone in via Fontesecco solo dal primo di luglio del 2019, per una durata di 6 anni. E prima di quella data il capannone era nella disponibilità del proprietario, un pesarese". "Quindi – la conclusione del legale – noi dovremo pagare solo da quel 6 luglio 2019: i consumi precedenti non potete accollarli a lui". E il Servizio elettrico nazionale ha risposto al legale dicendo di inviare la documentazione per attivare le opportune verifiche. Ora, facendo una botta di conti, anche il consumo dal 2019 al 2020 fatto dal 25enne per la sua piantagione illegale non è che sia cosa da poco: 80mila euro circa. Bolletta potente, ma distante dai 414mila recapitati nella bolletta del 28 luglio scorso. In ogni caso, sarà molto difficile che Enel riscuota.