Marzo con temperature sotto zero, così l’influenza soppianta il Covid

Dopo essere praticamente scomparsi per due anni, i virus stagionali rialzano la testa: numerosi casi anche tra i giovani. L’epidemiologo Pompili: "Il freddo ha inciso anche sull’andamento della curva"

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di Luigi Luminati

Nell’epoca della pandemia da covid, l’influenza stagionale era ormai pressoché scomparsa. Sarà stato merito della presenza del covid 19 o di aver raggiunto una vaccinazione superiore al 90% o quasi della popolazione. Ma ci è voluto soprattutto un inverno prolungato e quasi fuori stagione per registrare un focolaio così intenso da influenza stagionale. Capace di determinare addirittura decine di contagi tra i giovani partecipanti delle feste di carnevale in alcune delle discoteche marchigiane. "Sono da considerarsi concluse le indagini del Dipartimento di Prevenzione di Senigallia sui casi di febbre che sono insorti – scrive l’Asur – in alcune decine di ragazzi e ragazze, tra martedì 1 e venerdì marzo scorso". I casi sono stati accomunati dall’aver frequentato feste in discoteche locali nelle serate comprese tra sabato 26 e lunedì 28 febbraio. "Responsabile delle decine di contagi è il virus dell’influenza tipo A, che in questi contesti di festa – aggiunge la nota – ha, evidentemente, trovato facile diffusione tra i giovani".

Influenza a Senigallia: "Un focolaio così non si vedeva da una decina di anni"

Sono stati verificati direttamente 115 casi, di cui solo nove di questi casi sono risultati positivi al Covid-19. Tra i campioni prelevati in ragazzi e ragazze con febbre e tampone negativo per covid-19, e inviati alla Virologia di Torrette, il 100% dei casi è risultato positivo all’influenza tipo A. Come dire che il focolaio era dovuto essenzialmente all’influenza di tipo A. "Sebbene nel mese di marzo si registri ogni anno il termine dell’ondata epidemica stagionale di influenza non deve sorprendere che questa stagione – afferma ancora l’Asur – sia stata differente dalle precedenti. Si tratta della seconda stagione nella quale la popolazione generale presta particolare attenzione alle norme igieniche più efficaci per la prevenzione di virus a trasmissione respiratoria: lavaggio frequente delle mani, utilizzo delle mascherine e distanziamento. Il fatto che buona parte della popolazione giovanile fosse suscettibile all’influenza per non essersi infettata nelle precedenti annate e non aver effettuato il vaccino antinfluenzale spiega il ’picco anomalo’ di contagi che si è registrato in questi giorni tra i più giovani".

Se ad incidere sull’esplosione di influenza tipo A è stato in sostanza il freddo di questo marzo in versione più invernale che primaverile va detto che il freddo ha anche fermato i dati classici del Covid. "La regressione degli ultimi mesi si è trasformata – dice Marco Pompili dell’Ufficio Epidemiologico regionale – da due settimane in un plateau: incidenza stabile, quindi con uno stop dell’andamento decrementale. I casi sono apparsi in gran parte asintomatici dopo 2-3 giorni di febbre alta e qualche giorno di raffreddore. Sembrava una recrudescenza del virus e invece è stata soprattutto un focolaio di influenza di stagione – dice Marco Pompili – senza eguali da molti anni, forse un decennio. Dobbiamo sottolineare che l’influenza stagionale è scomparsa completamente nelle Marche negli ultimi due anni, soppiantata dal covid. E’ una cosa strana, ma non sono stati riscontrati altri tipi di batteri".

Di sicuro è finita la fase vaccinale: "Su 18mila immunodepressi ad esempio – dice l’epidemiologo Marco Pompili – fino ad ora abbiamo fatto solo 59 vaccinazioni con la quarta dose in Regione. Anche al vaccino Novavax si sono sottoposti in 700 per la vaccinazione". "La settimana entrante – dice Marco Pompili – sarebbe la seconda con dati da zona bianca". L’idea è cercare di far scattare il cambio da giallo a bianco sin dal lunedì della prossima settimana. Le Marche, che sono in un gruppo di regioni di cui fanno parte anche Emilia Romagna, Piemonte e Abruzzo.