Mascilli Migliorini, il prof che reinventò la sociologia

Un secolo fa nasceva una delle figure storiche dell’Università di Urbino, creatore anche dell’Ifg e innovatore nel campo dell’informazione

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Urbino ha avuto tanti “figli“ nativi e altrettanti “importati“. Tra i tanti acquisiti nel Novecento c’è in un posto d’onore, di primo piano, Enrico Mascilli Migliorini, napoletano, nato 100 anni fa (4 aprile 1922) e morto a 94 anni nel 2016 nella sua Napoli. Migliorini, professore ordinario, non iniziò la carriera da cattedratico, ma da giornalista, attività iniziata durante la Resistenza, nell’edizione clandestina del quotidiano “Veneto liberale” del quale nel 1945, a soli 24 anni, fu direttore. Un anno dopo fondò e diresse il quotidiano Messaggero Veneto. Entrò in Rai nel 1960, divenne anche direttore della sede Rai delle Marche e poi – a seguito di un concorso – professore ordinario all’Università di Urbino, chiamato da Carlo Bo, dove – tra tante attività – fondò anche l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, ovvero l’Ifg. La sua materia, Sociologia della comunicazione, ebbe da subito tratti innovativi a livello nazionale. "Se non hai tutto e subito, non vinci nella comunicazione", ricorda la prof Lella Mazzoli, oggi lei stessa direttore dell’Ifg di Urbino nel quale tanto ha lavorato e investito al pari del suo Maestro. La Mazzoli è di fatto l’unica allieva di Mascilli Migliorini. "Ricordo – racconta – che ci diceva di non fare ricerca solo sui libri. Ad esempio, ci faceva fare studi su e con le grandi imprese, una metodologia che ora è prassi comune. Nella sua vita fu tante cose: avvocato, direttore di quotidiani, reporter, professore, preside. Uno studioso per il quale non esisteva sapere accademico senza poterlo applicare nella vita reale". Per questo, giustamente, la città lo ricorda come tra i suoi figli adottivi più affezionati e cari.