Massimo D’Alema e l’unità europea: "Non è una scelta, ma un obbligo"

Massimo D'Alema e Marco Tarquinio discutono geopolitica a Roma, sottolineando l'importanza dell'unità europea e criticando le guerre passate e presenti.

Massimo D’Alema e l’unità europea: "Non è una scelta, ma un obbligo"

Massimo D’Alema e l’unità europea: "Non è una scelta, ma un obbligo"

Tornato dalla mattinata che lo ha visto inaugurare la nuova circonvallazione a Muraglia intitolata ad Enrico Berlinguer, Massimo D’Alema ha riempito l’alusfera di piazza del Popolo per un dialogo ad ampio respiro sul mondo della geopolitica attuale. Al suo fianco anche il giornalista Marco Tarquinio. Europa, Cina, India e America: cosa sta cambiando e cosa cambierà nei rapporti di potere. Queste le tematiche al centro della conversazione a due. "L’unità europea non è un’opzione ma è un obbligo se vogliamo continuare ad essere una potenza che può contare qualcosa – ha sottolineato il l’ex presidente del Consiglio dei ministri -. La paura nei confronti dell’estraneo ci sta portando a proteggerci da un’invasione che non esiste. Per di più viviamo una crisi demografica che ci sta spopolando e che avrà gravi ripercussioni".

Tarquinio poi ha toccato il tema delle guerre di oggi e di ieri, analizzando ciò che ne è emerso: "Non abbiamo mai vinto, perché nessuna guerra è per la democrazia o per l’umanità. L’unica cosa che abbiamo globalizzato è stata la libera circolazione delle merci, ma non quella della libertà. A poco a poco stiamo raccogliendo la desolazione che le guerre ci hanno portato".

Nelle prime file dell’alusfera il sindaco Matteo Ricci, che ha dato il via al dibattito, e il vicesindaco Daniele Vimini. Sulla piazza, in contemporanea, veniva proiettato l’incontro per chi non era riuscito a prendere posto dentro la cupola del palco. "Viviamo una politica che non presenta più alcuna leadership, in Italia e nel mondo. Una politica che non porta più la gente a votare – ha con concluso D’Alema -. Con la politica dell’esclusione stiamo eliminando ogni forma di partecipazione. Stiamo eliminando l’ossatura della democrazia".

Giorgia Monticelli