"Meglio un ’Ammazzalorso’ di mille luminarie "

L'articolo riflette sulla scomparsa delle generazioni anziane e delle tradizioni a Trieste, evidenziando la perdita di identità del quartiere ghetto e la mancanza di rispetto per la storia locale.

"Meglio un ’Ammazzalorso’ di mille luminarie "

"Meglio un ’Ammazzalorso’ di mille luminarie "

Gentile lettore, amico, le ricordo che le "generazioni che vanno scomparendo" sono le nostre, cioè siamo io e lei. E quando lei non verrà più su per via Castelfidardo coi suoi tre paia d’occhiali uno sopra l’altro e il suo inseparabile cappellino ed io non la ridiscenderò più verso il mare in bicicletta, a chi vuole che importi qualcosa dell’insegna di Amazzalorso e di altre sparse nella stessa via e in varie parti della città a indicare negozi e botteghe che risalgono indietro di cent’anni, quando, allora, l’insegna più vecchia e antica avrà si è no un paio d’anni e sarà scritta di certo in inglese? Fuck you! Non so perché quell’insegna sia stata tolta, magari ci sono ragioni non negative come potremmo temere noi, ma in genere quando ti "smontano" e dura che ti rimontino. Peccato perché la via Castelfidardo ha una sua dignità e omogeneità assecondata dal grande vantaggio di delimitare l’unico vero quartiere cittadino riconoscibile: il ghetto, anche se poi si apre sul nulla di piazzale Innocenti. Le luminarie che l’addobbano non mi fanno né caldo né freddo, preferirei i pomeriggi invernali con la bora che sale gelida da viale Zara portandoti il sapore del mare e la voglia di imbucarti da qualche parte. Mai disperare. Non era Napoleone Bonaparte ad "ammazzare" gli orsi!