GIOVANNI VOLPONI
Politica

Elezioni comunali 2024, miracolo a Urbino. Poltrone moltiplicate: in pista 306 candidati, uno ogni 45 abitanti

Alla vigilia del voto, gli effetti collaterali della promozione a capoluogo. La sala del consiglio comunale andrà modificata per contenere tutti. E poiché il comune è sotto i 15mila abitanti, il sindaco può tentare il tris

Urbino ha solo 13.872 abitanti ma da gennaio scorso è stata promossa capoluogo

Urbino ha solo 13.872 abitanti ma da gennaio scorso è stata promossa capoluogo

Urbino, 23 maggio 2024 – Gli abitanti sono 13872, i candidati 306. La bellezza di un candidato ogni 45 abitanti. Succede a Urbino, il capoluogo di provincia più piccolo d’Italia, dove si voterà l’8 e il 9 giugno per rinnovare il consiglio comunale e scegliere il prossimo sindaco. Ma se consideriamo solo gli elettori, escludendo quindi i minorenni e gli stranieri, il numero di potenziali votanti scende a poco più di 12000, per cui il rapporto diventa circa di 1 a 39. Insomma, è davvero difficile a Urbino non essere parente di alcun aspirante consigliere.

Ma come si è venuta a creare questa situazione decisamente più unica che rara? La motivazione non è solo nel numero di abitanti: tantissimi comuni sono ben più piccoli, eppure non hanno centinaia di candidati.

Le ragioni infatti sono molteplici, ma la più importante è anche la più recente, ovvero il decreto legge elezioni dello scorso gennaio che ha sancito definitivamente, dopo oltre 160 anni di attesa (praticamente dall’unità d’Italia), che Urbino è a tutti gli effetti capoluogo di provincia al pari di Pesaro. Finora i numeri degli organi comunali erano stati per Urbino sempre e solo riferiti alla sua popolazione: per i comuni tra i dieci e i trentamila abitanti, i consiglieri sono sedici e i membri della giunta cinque, oltre al sindaco.

Ma con lo status di capoluogo la legge prevede che, a prescindere dal numero di abitanti, il consiglio aumenti a trentadue membri e gli assessori passino a nove, sindaco escluso. Questa novità ha avuto l’effetto di far lievitare di numero i candidati nelle singole liste, che addirittura si sono trovate in difficoltà nel reperire persone disponibili, tanto che su undici liste solo tre sono riuscite a riempire tutte le 32 caselle disponibili.

I candidati sindaco sono tre: Maria Francesca Crespini, appoggiata da una lista civica, Federico Scaramucci, sostenuto da sette liste di centrosinistra e civiche, e l’uscente Maurizio Gambini, con tre liste, due civiche e una di centrodestra.

Totale: 303 candidati, più i tre aspiranti sindaci. Vari problemi di natura pratica sorgeranno, a partire dalla sala dove si svolgerà il consiglio comunale, che vedendo duplicati i numeri non sarà più sufficiente a contenere tutti i membri.

Ma più di tutto ha fatto venire i dubbi a non poche persone il fatto che il sindaco attuale si possa candidare per un terzo mandato, altro effetto del già menzionato decreto elezioni, che alza da due a tre i mandati possibili per i sindaci di comuni tra 5 e 15mila abitanti, tra cui rientra Urbino. I contrari a questo distinguo, che di fatto riguarda solo Urbino tra tutti i capoluoghi italiani (tutti gli altri sono sopra i 15mila), si sono spinti persino a due ricorsi, uno inoltrato al Presidente della Repubblica e un altro al tribunale di Urbino, per chiedere che Maurizio Gambini non possa candidarsi al terzo mandato. Ma sia l’uno che l’altro daranno il responso tra mesi, sicuramente ben dopo le elezioni.

Nel frattempo, la legge è valida ed è molto precisa nello specificare che gli eventuali comuni capoluogo (anche quelli di province doppie o triple) abbiano tutti lo stesso status di quello dove ha sede la provincia, con tutti i numeri già visti poc’anzi. Ma Urbino è al momento l’eccezione che conferma la regola, e il terzo mandato – per ora – è ammesso.