
Il dottor Leone Condemi, primario di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale di Urbino. Secondo i dati, calano le nascite e si alza l’età delle partorienti
Calano le nascite, si alza l’età delle partorienti, ma l’assistenza prima, durante e dopo il parto cresce nella qualità e nella varietà dei servizi offerti. È il paradosso delle Marche, regione che negli ultimi 20 anni ha perso il 34% delle gravidanze e in cui ora si partorisce mediamente attorno ai 33 anni, eppure ha trovato il modo di migliorare e rendere più ampia l’assistenza fornita alle nuove mamme.
Tra i reparti di Ginecologia e Ostetricia in grado di portarsi al passo coi tempi (a volte superandoli) c’è quello dell’ospedale di Urbino, che venerdì è stato portato come esempio durante il convegno di aggiornamento per personale sanitario dal titolo "Il Rinascimento in ostetricia", tenuto all’Università Carlo Bo.
La direzione scientifica era affidata proprio al direttore del reparto, il dottor Leone Condemi, che spiega: "Vogliamo riaffermare la cultura del parto e della nascita nelle Marche. Pur avendo poche nascite abbiamo un’ottima ostetricia: i dati mostrano una bassissima mortalità materna e una bassa mortalità neonatale. Anche se siamo piccoli, riusciamo a creare una situazione di sicurezza sia per la madre, sia per il neonato. Questo congresso sul rinascimento è l’affermazione di ciò, ma dà anche la possibilità di confrontarsi con personalità di livello nazionale e internazionale: tra i relatori ci sono i medici che dettano le linee guida sul parto sia italiane, sia per l’Unione europea".
Secondo il dottor Condemi, a Urbino si partorisce bene ed è una cosa suffragata da dati e indicatori. "I tagli cesarei primari sono scesi dal 26% del periodo pandemico a meno del 20%, ben al di sotto della media nazionale (28,34% a inizio maggio 2025, fonte: Quotidiano sanità) – dice –. Abbiamo poi creato un ambulatorio dedicato alle gravidanze a rischio, grazie a una chat che ci permette di monitorare tutte quelle in corso nel territorio.
Visto che la maggior parte delle nascite è ora data da extracomunitari, che non hanno un accesso diretto alla sanità, questo ci ha portato ad avere più sicurezza anche sulle gravidanze che magari prima arrivavano al termine senza che ne sapessimo nulla, con tutte le patologie che potevano avere. Ora sono tenute sotto controllo e sappiamo già come affrontare il momento del parto".
I miglioramenti riguardano anche il post parto, il quale, a propria volta, ora trova un ambulatorio di riferimento nell’ospedale di Urbino: "Ne abbiamo creato uno con ostetriche che, sette giorni dopo la nascita, ricontattano le mamme per un confronto, per esempio sull’allattamento – dice Condemi –. C’è anche la possibilità di mandarle sul territorio per assistere chi ha problemi ad allattare. Abbiamo pure una rete territoriale che ci consente di individuare neomamme con disagi psicologici e assisterle in caso di depressione post parto.
Tutto questo si crea in rete, di cui l’ospedale è il fulcro, ma, se non hai il territorio ad aiutarti, non fai niente. Ciò che le Marche devono evitare è la migrazione delle gravidanze verso altre regioni e in questo congresso volevamo anche far capire che nella nostra provincia diamo un’ottima assistenza al parto".
Nicola Petricca