Niente settimana corta alle superiori "Serve a poco, risparmio minimo"

Intervista a Marco Domenicucci, direttore generale della Provincia: "La spesa per riscaldare resterebbe alta". E poi la carenza di spazi: "Abbiamo messo tre classi nell’ex biblioteca al Marconi. I libri li portiamo a Muraglia"

Migration

La Provincia non ha soldi. Non sa ancora come farà a riscaldare le aule nelle scuole superiori, da gennaio in poi. Tanto che in via Gramsci hanno valutato di proporre ai presidi la settimana corta: con un giorno in meno alla settimana, il sabato, si potrebbe avere un risparmio nelle spese. E poi, per risolvere la questione della fame di spazi al liceo Marconi, sempre la Provincia – impoverita, di anno in anno, dalla riforma Delrio – al Campus di via Nanterre ha optato per sgomberare la biblioteca: nella sede dove per oltre 40 anni sono vissuti 15mila volumi, gomito a gomito, con i liceali, ora ci andranno le classi, rimaste senza un’aula. Un sacrificio, per nulla indolore, per i professori che nello scegliere i testi e non feticci da mettere sugli scaffali, hanno sempre avuto in mente strade, stimoli e idee per i loro studenti

Chiediamo conto della situazione al direttore della Provincia, Marco Domenicucci.

"Sì, la situazione è terribile. Non avere le risorse adeguate complica terribilmente le questioni. E’ una condizione generale delle Province: stiamo protestando a Roma. Le entrate sono diminuite, le spese aumenteranno. Con un bilancio ingessato e in vista del carobollette, non abbiamo risorse. Altrimenti avremmo affittato locali".

Adotterete la settimana corta?

"Non credo. Il risparmio sulla spesa per i riscaldamenti sarebbe minimo: le scuole comunque dovrebbero stare aperte il pomeriggio. Per noi, a differenza del trasporto scolastico, non sarebbe significativo".

Le tre classi del Marconi sono ancora senza un’aula fissa. Quando farete i lavori?

"Presto, abbiamo dovuto trovare una ricollocazione ai libri". C’era alternativa allo smobilitare la biblioteca?

"No. Con i soldi è facile trovare le soluzioni, ma senza, diventa tutto fin troppo complicato".

Perché non avete collocato la biblioteca sfuttando i lunghi corridoi?

"Si sarebbe creato un problema legato alla norma sulla sicurezza e l’antincendio".

Che destino attende quei 15mila volumi?

"La biblioteca verrà portata a Muraglia nella sede che fu per noi il laboratorio segnaletica. Verranno creati dei comparti con del cartongesso, resistente al fuoco. Metteremo dei sensori. La biblioteca sarà ricostruita, rispettando l’ordine della catalogazione. Non saranno ammucchiati negli scatoloni, ma torneranno nelle loro librerie originali. Abbiamo agito dietro ad una emergenza, ma l’idea è quella di riportarla al Campus, in qualche modo, appena potremo. La sede, a Muraglia, sarà accessibile".

Che fine ha fatto il progetto che lo stesso Aymonino aveva pensato per il Campus di una biblioteca unica?

"Trattandosi di una caccia a risorse in conto capitale, quindi concorrendo a bandi europei, del Pnrr e simili, potremmo arrivare a realizzarla. Ma nell’immediato abbiamo problemi di natura finanziaria e anche di natura urbanistica".

Al Campus non si può più costruire nulla di nuovo.

"Mi riferisco all’autorizzazione dei container che è provvisoria. Il Comune ce l’ha rinnovata per un altro anno, ma dal prossimo, l’anno scolastico 20232024, si porrà il problema: non li potremo tenere in eterno. Dobbiamo ripensare l’organizzazione al Campus".

Come?

"Partendo da quello che già abbiamo: riorganizzando gli spazi del vecchio palazzo della Provincia. Ci potremmo aumentare la capienza del Mamiani in via Gramsci. Di conseguenza si libererebbero aule al Campus per le altre scuole".

Solidea Vitali Rosati