"Non contano molto i ’sì’ o i ’no’ Al tempo ho fermato io gli scarti"

Marcello Pierini, ex amministratore di Petriano, ci ha inviato questa nota: "Ho atteso diversi mesi prima di dire la mia sulla discarica di Riceci. Volevo sapere come stavano realmente le cose, capire i termini del progetto di questa discarica di rifiuti non pericolosi. Ma a convincermi a dire qualcosa è stato soprattutto il brutto clima che si sta respirando a Gallo, favorito dalle troppe disinformazioni e contrarietà ideologiche, mentre l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale non ha aiutato il dialogo. In questo clima ho chiesto informazioni a Marche Multiservizi e sono stato invitato alla presentazione del progetto a Ca Virginia. C’erano imprenditori locali, i sindaci di Urbino e Tavullia, nessuno dell’Amministrazione comunale di Petriano. A 200 metri dal luogo dell’incontro c’erano ad attenderci alcune decine di persone: si leggevano cartelli con slogan contro la discarica, qualcuno riprendeva con la videocamera, altri applaudivano in segno di scherno, altri hanno urlato “venduto”. Se manifestare è sempre lecito è altrettanto lecito voler conoscere. Dunque, come è possibile “schedare” o qualificare “venduto” chi presenta un progetto o chi lo vuol conoscere? Eppoi, venduto a chi? Venduto a cosa? Forse l’Amministrazione comunale, sottraendosi al confronto, non ha saputo governare la vicenda e questo è il risultato. Molti, soprattutto tra i più giovani, non ricordano o non sanno che la discarica di Riceci ha un precedente. Per la Regione Marche si doveva fare già nel 199293. All’epoca ero capogruppo della minoranza comunale e Amministratore delegato delle Terme di Raffaello. La Regione aveva individuato 26 siti in Provincia di Pesaro e Urbino per realizzare una discarica, principalmente di Rsu, e Petriano, con Riceci, era risultato al primo posto. Vivemmo questo fatto come un atto ostile contro le nasciture Terme di Raffaello. Formammo un Comitato di cittadini con riunioni su riunioni e approfondimenti e fummo ricevuti anche dal Prefetto. La verità, però, è che se non avessimo demolito la graduatoria regionale sotto il profilo giuridico-amministrativo la discarica di Riceci si sarebbe fatta allora. Feci le mie osservazioni, evidenziai le gravi illogicità amministrative della delibera. La Regione fu costretta a riesaminare il tutto e Riceci passò da prima a ventesima in graduatoria. La discarica non si fece a Riceci, ma a Tavullia (Ca’ Asprete). Molte persone mi hanno chiesto se sono favorevole o contrario alla discarica. Ebbene, come nel 1992 cerco il massimo del pragmatismo possibile e osservo che la situazione di oggi è ben diversa da quella di allora. 1) Oggi Non c’è una delibera o una graduatoria regionale da contestare, ma un ordinamento giuridico sovrannazionale, nazionale e in parte regionale, che disciplina la fattispecie e un soggetto privato che intende realizzare una discarica “di rifiuti non pericolosi” in un luogo dove, a suo dire, vi sarebbero le

condizioni di legge perché siano rilasciate le autorizzazioni.

2) Sotto questo profilo se non si hanno motivi giuridicamente rilevanti per impedirne la realizzazione il sì o il no è del tutto irrilevante. Se il Progetto risponde ai requisiti di legge verrà autorizzato dalla Provincia (o ci penserà il TAR), mentre se non risulterà avere tali requisiti non si farà, e questo con buona pace dei favorevoli e dei contrari. Si chiama stato di diritto".