Omicidio San Lorenzo in Campo, l’autopsia. "Grilli massacrato"

Il medico parla di morte dovuta a brutale pestaggio. Usato attizzatoio del camino

Omicidio San Lorenzo in Campo, Sesto Grilli e la sua casa (Fotoprint)

Omicidio San Lorenzo in Campo, Sesto Grilli e la sua casa (Fotoprint)

San Lorenzo in Campo (Pesaro-Urbino), 26 marzo 2019 - Lo hanno ammazzato a mani nude. Poi, per essere sicuri che fosse morto (forse i killer erano conosciuti da Grilli), hanno preso un attizzatoio del camino colpendolo ancora alla testa e all’addome. Non c’è stata pietà per Sesto Grilli, il 74enne di San Lorenzo in Campo trovato morto in casa sua domenica scorsa 17 marzo.

Secondo gli accertamenti del medico patologo, gli assassini hanno voluto farlo tacere per sempre e non è stato, contrariamente alle prime supposizioni degli inquirenti, un evento non voluto. La morte del pensionato risale alle 4.30.

Indagini (Fotoprint)
Indagini (Fotoprint)

Lo conferma il pacemaker che gli è stato estratto con l’autopsia. Essendo tornato a casa intorno all’1.40 nella notte tra sabato e domenica, significa che gli assassini sono rimasti in casa per ore, dopo averlo sorpreso nel sonno. Anche se la porta d’ingresso non presenta particolari segni di effrazione, questo non significa che non sia stata forzata. Grilli è stato svegliato dai malviventi, immobilizzato, legato ad una sedia e pestato per farsi dire dove nascondesse i soldi.

LEGGI ANCHE I reperti consegnati al Ris

Botte e colpi in continuazione da parte di almeno 2 persone, fino ad ucciderlo. Ma il fatto certo è che Sisto Grilli non ha parlato, si è cucito la bocca per non rivelare dove fosse la cassaforte, la chiave e la combinazione per l’apertura. Così i rapinatori hanno dovuto gettare tutta la casa all’aria per trovare i soldi ma senza riuscirci o almeno senza trovare la cassaforte. Che era addirittura nel garage, nel seminterrato nascosta dietro ad un quadro, dove non sono andati. Quando i carabinieri sono riusciti a trovarla, hanno dovuto far intervenire i vigili del fuoco per aprirla per il tipo di spessore dell’acciaio da tagliare. All’interno vi erano circa 10mila euro e molte fotocopie di cambiali, cioè titoli di credito per soldi che Grilli aveva prestato negli ultimi anni e per i quali aveva annotato tutto: somma iniziale, beneficiario, interessi, scadenze.

Tanti i ‘pizzini’ che gli servivano per tenere in ordine il quadro economico riguardante quei prestiti che aveva fatto a conoscenti e vicini. Non risulta, stando ai primi interrogatori (almeno venti le persone ascoltate), che Grilli avesse minacciato qualche debitore per farsi riconsegnare il denaro. Da tutti era considerato una persona buona, molto attaccato al denaro e incapace di spendere soldi per vacanze o atti di generosità. Ma nessuno lo odiava o lo evitava. Tutti sapevano però che i suoi soldi li teneva in casa.