Covid nelle scuole a Pesaro: contagi e classi in quarantena in aumento

All’Istituto Olivieri il preside Bosio manda a casa tre classi, altre cinque hanno un positivo. Alla Leopardi colpita la primaria, la preside Lucia Nonni: "Dad per una classe, tamponi in un’altra"

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Il Covid è tornato nelle scuole, soprattutto nelle classi dei non vaccinati ovvero dei bambini delle elementari e dei ragazzi fino a 12 anni. La didattica a distanza purtroppo sta tornando in anticipo sui tempi rispetto allo scorso anno. "La situazione è preoccupante – spiega il preside dell’istituto Olivieri Flavio Bosio – abbiamo avuto un fine settimana di fuoco e sta andando anche peggio dello scorso anno. Abbiamo tre classi in quarantena, due prime e una seconda, mentre cinque classi si sono dovute sottoporre a tutti gli accertamenti del caso, ovvero al tampone di controllo ripetuto dopo cinque giorni, poiché all’interno di ognuna di esse è stato riscontrato un caso di positività". Una situazione che preside e insegnanti stanno cercando di affrontare quotidianamente con l’obiettivo di mantenere più possibile le lezioni in presenza: "Non è facile – dice il preside – anche perché l’autorità sanitaria, nonostante la grande disponibilità mostrata, non sempre riesce a darci risposte tempestive per cui ci troviamo a gestire una emergenza con il buon senso e la dedizione che possiamo usare in queste circostanze. Negli ultimi quindici giorni abbiamo dovuto fronteggiare una emergenza crescente, speriamo che tutto rientri al più presto". Già, cosa accadrà con l’inverno in arrivo? "Non possiamo dirlo, non è possibile fare previsioni", commenta il preside che si limita ad "affrontare la situazione giorno per giorno seguendo con grande attenzione i protocolli. Un compito non facile". Quanto agli insegnanti, conclude il preside Bosio, "per il novantotto per cento da noi sono vaccinati, ma ci sono anche docenti che vengono in aula dopo avere effettuato il tampone".

Lucia Nonni, preside dell’istituto Leopardi, sta gestendo l’emergenza: "Abbiamo due classi con situazioni diversa, entrambe nella scuola primaria, una alla Collodi e una in via Fermi. Alla Collodi siamo partiti con un caso ed abbiamo applicato il protocollo con la sorveglianza e i tamponi. I bambini fanno un primo tampone e se è negativo vengono a scuola, con altro tampone di verifica cinque giorno dopo per evitare la quarantena. Ma la sorveglianza in questa classe si è trasformata in quarantena poiché i casi si sono moltiplicati. Nella primaria gli alunni non sono vaccinati e se ci sono contagi dobbiamo attivare la didattica a distanza. Nella classe di via Fermi ho appena firmato il provvedimento della sospensione dell’attività in presenza e dato indicazione di attivare il tampone zero e il tampone cinque, ovvero a cinque giorni di distanza, sia per gli alunni che per le maestre. Inoltre abbiamo vari casi di quarantene singole, per alunni che sono venuti a contatto con persone positive anche all’esterno della scuola. Purtroppo il Covid sta riprendendo, i contagi sono oggettivamente in salita e in questo periodo la situazione un anno fa era migliore. Gli alunni della primaria non possono essere vaccinati e i contagi sono in questo modo possibili nonostante le misure che applichiamo a scuola rigorosamente ogni giorno: distanziamento, utilizzo della mascherina. Ma tutto ciò forse non basta più".

Preoccupata anche Bruna Mencarelli, preside della scuola Galilei: "Abbiamo una classe in seconda media in quarantena con tre alunni positivi. Ogni giorno cerchiamo di applicare i protocolli non senza difficoltà anche per le risposte non sempre veloci dell’Asur che, nonostante l’impegno e la disponibilità, ha i suoi tempi. Il nostro sforzo è inquadrare i casi subito e agire con tempestività, in collaborazione con i genitori. E’ chiaro che il vaccino è molto importante, ma fino a 12 anni non si può fare".

Davide Eusebi