GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Palazzo Giusti sotto una nuova luce. Dopo il restauro ora è una residenza di lusso

Importante intervento in via Veneto a Urbino. La storia dell’edificio è raccontata in un libro a cura dell’Accademia Raffaello

Palazzo Giusti sotto una nuova luce. Dopo il restauro ora è una residenza di lusso

Palazzo Giusti sotto una nuova luce. Dopo il restauro ora è una residenza di lusso

Un rilassante idromassaggio in una vasca vetrata che lascia intravedere dei resti archeologici romani: a Urbino si può fare. Nel cuore del centro storico, tra gli eleganti portali di via Vittorio Veneto, a metà della strada c’è Palazzo Giusti. Un tempo era una dimora gentilizia, con stucchi, arredi, tappezzerie, suppellettili: varie famiglie della nobiltà locale l’hanno abitata nel corso dei secoli. Oggi invece è una struttura ricettiva, con cinque suite e una caratteristica che la rende unica nel panorama cittadino (e non solo): la presenza di una nuovissima spa interna, realizzata nelle cantine tra ambienti voltati e resti archeologici.

Palazzo Giusti è operativo da dicembre, ma qualche settimana fa la famiglia Bruscoli, proprietaria dell’edificio, ha voluto dare alle stampe (edito da Accademia Raffaello) un volume che ne racconta per la prima volta la storia, quella dei suoi abitanti, ne svela l’apparato decorativo, ne narra i restauri decennali e ne illustra le ricerche archeologiche, col plauso del sindaco Maurizio Gambini e di Giorgio Londei, presidente di Urbino Capoluogo: entrambi hanno elogiato il saper fare impresa dei proprietari, con la dovuta attenzione al patrimonio architettonico. Creato graficamente da Jonathan Pierini e Francesco Delrosso, il volume è curato da Luigi Bravi: "È un libro che parla di chi ha abitato nel tempo il palazzo. È stato un piacere coordinare i contributi di vari studiosi che hanno approfondito vari aspetti dell’edificio".

Silvano Bacciardi, fotografo, ha rilevato e rivelato tanti angoli del palazzo, prima, durante e dopo i corposi lavori. Ma le ricerche sugli “inquilini“ hanno svelato i primi interessanti dettagli: "Si sapeva bene che gli ultimi proprietari – spiega Paola De Crescentini – erano i Paci, che lo acquistano nel ’900 e lo suddividono in vari appartamenti e botteghe. Ma prima? La prima fonte ci porta al 1543 quando ser Diotallevo Giusti acquista lo stabile. Il nipote Alessandro Giusti, cui si devono le più belle decorazioni, era giudice di rota. L’altro nipote Teodoro era un iscritto benemerito della confraternita del Corpus Domini, cui lasciò i suoi beni nel testamento. Gli Antaldi lo accrescono in volumetria. Poi passa ai Pianetti, quindi ai Castracane fino ai Paci". Ogni figura è stata indagata e ne sono emersi interessanti affreschi biografici.

L’edificio vive due periodi d’oro dal punto di vista artistico: "Due cicli decorativi spiccano – racconta Marilena Luzietti –: il primo, seicentesco, è legato ad Alessandro Giusti. Vengono rappresentate virtù connesse a lui e alla moglie Ottavia, come parsimonia, magnanimità, giustizia, mansuetudine. Vari fregi e stucchi dovrebbero essere opera di seguaci del Brandani, forse di Marcello Sparzo".

Con gli Antaldi, nel Settecento, si realizza un nuovo, ultimo, ciclo decorativo. Varie porte, soffitti, pareti sono decorati con pitture e stucchi, anche in stile rococò. L’ultima parte del volume dà spazio a Massimo Bottini, architetto che ha seguito gli oltre dieci anni di lavori concependo le corpose trasformazioni e il design degli ambienti, che tuttavia non toccano di una virgola, anzi valorizzano le magnifiche decorazioni delle stanze; concludono il libro le ricerche archeologiche, seguite dalla soprintendenza e curate dalla ditta Tecne. Palazzo Giusti è situato per pochi metri all’interno delle mura della Urvinum romana: ci si aspettava qualcosa e effettivamente qualcosa si è trovato, modificando al meglio il progetto della spa che occupa il piano seminterrato: "Ci sono grandi blocchi di calcare poroso – spiega Erika Valli – recuperati dalle antiche mura, mucchi di mattoni e tegole: tutti esiti delle demolizioni attuate per realizzare le cantine. Poi abbiamo trovato frammenti ceramici dell’età del ferro, canalette, muretti e materiali romani, testimonianze medievali, un pozzo e una latrina rinascimentali. Varie epoche si sono stratificate sotto il palazzo attuale".