Paolini alla fine fa dietrofront "Ho sbagliato, chiedo scusa" Ricci: "Si azzeri tutto in fretta"

Il sindaco di Pesaro: "Totale solidarietà col presidente del cda che ha bloccato gli aumenti". Andrea Pierotti: "Il primo cittadino di Urbino mi ritiene inadeguato perché ho rifiutato i soldi".

Paolini alla fine fa dietrofront  "Ho sbagliato, chiedo scusa"  Ricci: "Si azzeri tutto in fretta"

Paolini alla fine fa dietrofront "Ho sbagliato, chiedo scusa" Ricci: "Si azzeri tutto in fretta"

di Roberto Damiani

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, socio forte (col 25.5%) dell’azionariato pubblico di Marche multiservizi, batte il ferro: "Il presidente Andrea Pierotti, che ha rifiutato l’aumento, ha il pieno sostegno da parte del Comune di Pesaro. Non solo deve andare avanti ma anche convocare di nuovo l’assemblea e revocare la delibera degli aumenti. Tutti i sindaci si sono resi conto di aver fatto un errore, compreso l’assessore Belloni, manca solo il sindaco di Urbino Gambini". Continua: "Otto anni fa avevo chiesto e ottenuto, come sindaco di Pesaro, la riduzione delle indennità. Per cui ribadisco la mia posizione che non è mai cambiata: se all’assemblea, dopo 8 anni si propone un ritocco del 10%, credo sia ragionevole. Ma l’aumento approvato del 60-70% è del tutto esagerato e inaccettabile. Per cui nell’interesse dell’azienda si convochi l’assemblea e si rimedi all’errore commesso revocando la delibera. Abbiamo bisogno subito di una azienda che, con serenità e unità, discuta delle strategie su rifiuti, acqua, energia e non delle indennità del consiglio di amministrazione. Ci vuole buon senso, nell’interesse di un’ottima azienda come Marche Multiservizi".

Giuseppe Paolini, presidente della Provincia, socia di Mms con l’8,6% delle azioni, che propose il maxi aumento delle indennità, chiede scusa: "Sì, ho sbagliato. Non ho difficoltà a dirlo. Chiedo scusa per non aver detto a nessuno, né al presidente Pierotti né all’amministratore delegato Tiviroli né ai sindaci, l’ammontare dell’aumento dei compensi al cda che intendevo proporre. Ma pensavo di avviare il dibattito. Se i sindaci presenti fossero stati attenti avrebbero potuto alzarsi, prendere la parola e dire no, non se ne parla proprio oppure avrebbero potuto votare no. Ma detto questo, se 50 sindaci in coro affermano che ho sbagliato significa che ho sbagliato nelle forme e nei modi per chiedere quell’aumento. Non ho condiviso prima la mia proposta dando retta, sulla congruità delle somme, ad un mio amico commercialista. Chiedo scusa, si riconvochi l’assemblea e si voti l’annullamento degli aumenti. Mi adeguo senza problemi. Però chi vota, come i sindaci, e poi si pente perché non aveva capito non mi sembra immune da colpe".

Il presidente del Cda Andrea Pierotti, ieri al telefono, ha detto: "Il sindaco Gambini, che chiede le mie dimissioni per aver rifiutato l’aumento di denaro considerandomi inadeguato, è in linea con quello che pensa di me fin dal primo momento del mio insediamento. Non mi ha mai parlato, tiene i contatti esclusivamente con l’amministratore delegato, e a lui si rapporta. E’ l’unico azionista pubblico (col 3,9%) che bypassa il cda. Le sue parole quindi non mi sorpredono. Nel frattempo, mi hanno chiamato tutti i sindaci e moltissimi dipendenti per darmi solidarietà. Lo stesso cda è con me ed ho parlato anche col rappresentante del comune di Urbino che si dichiarato dispiaciuto. Gambini, chiedendo le mie dimissioni, ha mancato di rispetto non solo a me ma a tutta l’assemblea dei sindaci. Che riconvocherò per annullare quanto deciso. L’amministratore delegato Tiviroli, che ho incontrato per caso, mi ha detto di essere amareggiato nel ritrovarsi nella bagarre senza aver chiesto niente per sé. Gli dico di concentrarsi sul lavoro e ripartire".