Pd, Viva Urbino e Art 1 "Sì ai progetti europei"

L’opposizione chiede però una “visione“ e lancia anche una proposta: all’ex Osca spazio agli spin off d’Ateneo

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Sì ai progetti ma serve visione. Lo dicono Pd, Viva Urbino e Art.1 riferito all’amministrazione comunale di Urbino. "Apprezziamo il fatto che il Comune finalmente partecipa a dei bandi in un momento storico come questo in cui il Piano di resistenza e resilienza finanzierà con fondi mai visti prima l’intera Italia. Vogliamo ribadire però la nostra posizione ormai pluriennale, Urbino è un malato grave così come gran parte dei territori delle aree interne in cui si assiste ad un inesorabile spopolamento e abbandono dei borghi. Lo spopolamento è il pericolo principale che vediamo in questa città, occorrono quindi politiche mirate a contrastare tale fenomeno. Le politiche che vanno in questa direzione sono tutte quelle che produrranno a fronte di investimenti anche pubblici, incremento delle attività economiche in particolare dei posti di lavoro e quindi della residenzialità. A nostro avviso – proseguono – occorreva già avere un’idea ben delineata degli interventi necessari per diversificare il più possibile le attività economiche attraverso un processo articolato derivante da una analisi delle problematiche, da una successiva proposta di azione, da una valutazione dei mezzi necessari per attuarle fino alla creazione di un quadro economico utile per la richiesta di finanziamenti necessari alla loro realizzazione. Questo approccio è quanto noi abbiamo sempre sollecitato a questa giunta, se fosse stato fatto un ragionamento simile oggi eravamo nelle condizioni di presentare progetti organici con azioni mirate alla soluzione dei nostri problemi. Non ci basta risanare dei palazzi, migliorare l’estetica di una piazza o riattivare un giardino, che sia chiaro, tutto ciò è utile alla qualità della vita, ma non risolve il problema iniziale quello dello spopolamento connesso alle opportunità di lavoro. E’ per questo ragionamento che sull’area dell’ex Osca, noi vorremmo che l’investimento programmato sia sì per la realizzazione di una piazza o di servizi pubblici, ma una parte consistente abbia un ritorno economico e produttivo mirato alla creazione di lavoro e favorisca la residenzialità. Perché allora non destinare una parte di quell’area alla realizzazione di spin off universitari ad alto contenuto tecnologico, di modo che l’Università possa trovare in queste strutture lo spazio necessario per avviare azioni imprenditoriali connesse alla ricerca applicata, che già da tanti anni altre università stanno attuando nei loro territori. Inoltre sempre in collaborazione con l’Università e la Sovrintendenza di Urbino, tenendo conto di importanti esperienze museali realizzate in altri paesi creare anche uno spazio museale che conservi e valorizzi l’area archeologica già esistente nella zona, divenendo così sicuro motore di nuove attività lavorative".

fra. pier.