Ospedali Pesaro Urbino, arrivano i pediatri a gettone

Organico ridotto all’osso, i rinforzi (a tempo) forniti da una società esterna

Leonardo Felici, primario di Pediatria. La sua equipe è priva in questa fase di sei medici

Leonardo Felici, primario di Pediatria. La sua equipe è priva in questa fase di sei medici

Pesaro, 6 aprile 2019 - Arriva il pediatra a gettone negli ospedali del territorio. Dopo la Pediatria del Santissima Misericordia di Urbino, anche nelle Pediatrie di Pesaro e di Fano da qualche settimana hanno fatto la loro comparsa i camici bianchi a ore, ovvero professionisti che lavorano per società specializzate chiamate a tappare i buchi dell’ organico. Dopo vari bandi di concorso andati deserti, la direzione del Marche Nord ha deciso di affittare medici da società esterne, in questo caso dalla Cmp-Globalaid medical vision con sede a Bologna che, unico concorrente in gara, si è aggiudicata l’appalto per la fornitura di 20 turni mensili di guardia medica pomeridiana e notturna da 12 ore per 5 mesi, con la possibilità di proroga per altri cinque, per una spesa di 90mila euro, Iva esclusa, pari a 75 euro l’ora. E tutto per dare man forte all’equipe diretta dal professor Leonardo Felici, che da 15 si è ridotta a 9 unità. «Un numero – spiega la delibera 726 – appena sufficiente a coprire due turni di guardia e le attività assistenziali di Pesaro e Fano».

E questo nonostante «si sia provveduto a comprimere l’attività ambulatoriale, garantendo i livelli minimi di sicurezza e garanzia». Considerato che «né i pediatri dell’ospedale di Urbino, né di altre strutture marchigiane si sono resi disponibili a fare sostituzioni», e che i pediatri del reparto «hanno manifestato altre criticità oltre alla carenza di organico, a cui si associano gli effetti prodotti dal turn-over elevatissimo, all’estrema difficoltà a gestire patologie complesse, day hospital e ambulatori in due sedi divise, all’impossibilità di rispettare, riposi, permessi, ferie», ecco che si è optato per l’unica soluzione possibile: i camici bianchi a cottimo. Non è una novità che le corsie ospedaliere si svuotino perché i medici vanno in pensione, e non vengono sostituiti, o per le oggettive difficoltà a trovare professionisti che lavorino con un contratto a termine affrontando rischi neanche comparabili a quelli di un’attività privata. Ma a Marche Nord a questi si aggiunge un terzo fattore: la suddivisione delle attività in più sedi.

«La pediatria ha due reparti, uno a Pesaro e l’altro a Fano, con due punti nascita e costi raddoppiati – dice il primario della Pediatria, Leonardo Felici, parlando come presidente per le Marche della società italiana di Pediatria –. Sotto l’aspetto di appropriatezza sanitaria, ma anche sociale, è chiaro che un’unificazione sarebbe più economica e razionale, anche per i pazienti». A questo si aggiungono gli effetti della storica divisione dell’ospedale con il territorio: «Nella nostra provincia – prosegue Felici – abbiamo una settantina di pediatri, tra quelli di libera scelta e gli ospedalieri a ranghi completi, pari ad un pediatra ogni 700 bambini. Quindi, paradossalmente i pediatri sono troppi anche se c’è carenza, e questo significa che non sono ben distribuiti perché questo assetto non dà efficienza». Soluzioni? «L’attività pediatrica non può essere separata in due settori, ma deve essere ricondotta sotto un’unica organizzazione, che possa operare in maniera coordinata. In questo modo, 50 pediatri basterebbero».