"Per trasportare i ragazzi usiamo l’esercito"

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Evelina

Meloni *

Laproblematica è molto seria. La Didattica a distanza non può continuare come fosse “la soluzione alternativa“. Non ritengo infatti che lo sia o che, fatta in questo modo, possa esserlo. Va ripensata perché da madre di due adolescenti posso testimoniare le reali difficoltà di questa pratica. Servirebbe tornare in classe. Fino a quando questo non sarà possibile per tutti allora, è importante, permettere almeno ai ragazzi di prima superiore e ai maturandi di poterlo fare. Chiedo al presidente della Regione, Francesco Acquaroli, di farsi promotore, alla prossima Conferenza dei Servizi Stato Regioni, di rendere possibile questa apertura che per i nostri ragazzi è prioritaria. La scuola è importante; l’età della crescita segna tutta la vita di un individuo. E’ importante riuscire a ricalibrare i bisogni e centrare il ruolo dell’istruzione, assolutamente fondamentale. Chiedo che Acquaroli prema per avere un nuovo Dpcm aperto alle problematiche della Dad.

I ragazzi grandi che sono lasciati a casa per permettere ai genitori di lavorare non possono subire il problema dei trasporti perché non è stato affrontato degnamente per tempo. E’ giusto ragionare per province: non abbiamo le stesse problematiche di grandi città dove i lavoratori si mischiano con gli studenti pendolari. Ci si può organizzare. Si tratterebbe di impegnare, per tre ore al giorno, mezzi supplementari. Per contenere i costi, perché non impiegare qualcosa che è già pagato dallo Stato come i mezzi e il personale dell’esercito? Altrimenti, se non si può fare, andrebbe reintrodotta la didattica integrata: metà classe in presenza tutti i giorni, alternati una volta la settimana. La responsabilità di educare i cittadini adolescenti è anche della comunità: se li tieni in casa e basta, non li stai responsabilizzando nel vivere in modo sicuro una pandemia.

*una mamma