LORENZO BAVAJ
Cronaca

Peretyatko brava, Barbera bravissimo. Fischi finali, ma a chi?

Il dramma musicale medievale "Adelaide di Borgogna" di Rossini, andato in scena nel 1817 a Roma, è stato riproposto al Rof 2023 nella Vitrifrigo Arena con un cast di alto livello. Il regista Arnaud Bernard mostra come l'opera prende forma, coinvolgendo il pubblico in un'esperienza piacevole e scorrevole.

Peretyatko brava, Barbera bravissimo. Fischi finali, ma a chi?

Peretyatko brava, Barbera bravissimo. Fischi finali, ma a chi?

di Lorenzo

Bavaj

Terzo ed ultimo appuntamento, per quanto riguarda le opere del Rof 2023, Adelaide di Borgogna anima la Vitrifrigo Arena anche in questa occasione non particolarmente gremita. Questo dramma musicale medievale in due atti su libretto (probabilmente) di Giovanni Schmidt andò in scena nel Dicembre 1817 nel Nobil Teatro a Torre Argentina a Roma con esito piuttosto negativo. Esito negativo dovuto secondo i recensori dell’epoca ad una compagnia di canto non eccellente, ad un libretto modesto e ad una vena compositiva “addormentata” di Rossini. L’opera fu riproposta con varie repliche sino al 1825 per poi cadere nell’oblio ed essere ripresa solo in tempi recenti.

Il regista Arnaud Bernard ci fa assistere alle prove dell’opera durante il Rof mostrandoci quel mondo di aiuto registi, macchinisti, maestri sostituti, ecc che permette all’opera di essere allestita e presentata nella sua veste definitiva. L’operazione non è certamente nuova ma molto efficace; ci mostra gli interpreti che prima di diventare i personaggi dell’opera sono uomini e donne, con i loro problemi quotidiani, le loro debolezze , in un “fragile equilibrio”-come il regista stesso lo definisce-”tra vita personale e attività professionale”. Il risultato è un lavoro dinamico che coinvolge anche il pubblico che si diverte assistendo ad una produzione che piano piano prende forma e che lo accompagna sino alla fine rendendo le due ore e trenta dell’opera assai piacevoli e scorrevoli. Il cast è di alto livello: Olga Peretyatko interpreta Adelaide, grande presenza scenica, molto carismatica, a suo agio con le agilità della partitura. La voce qualche volta risulta un po’ sfocata e coperta dall’orchestra ma in generale la sua prestazione è più che convincente. Così anche per il mezzosoprano armeno Varduhi Abrahamyan che interpreta en travesti Ottone. Già presente al Rof nel 2016 e 2019 conferma le sue doti di interprete sicura e convincente. La voce a mio avviso non è bellissima ma sempre ben usata.

Bravissimo il tenore Renè Barbera: voce morbida e piena in tutte le tessiture a suo agio in ogni situazione vocale. Bravo anche Riccardo Fassi nel ruolo di Berengario e Paola Leoci in quello di Eurice. Completano il cast Valery Makarov(Iroldo) e Antonio Mandrillo(Ernesto). Il coro del Teatro Ventidio Basso preparato dal Maestro Giovanni Farina contribuisce al successo della serata. Francesco Lanzillotta dirige con esperienza e precisione l’Orchestra Sinfonica della Rai, qualche volta come spesso accade troppo “sonora” rispetto ai cantanti (ma forse è un problema di acustica)!!

In fondo un’Arena sportiva per quanto bel allestita non è un Teatro! Alla fine il pubblico applaude fragorosamente gli interpreti: si sente anche qualche fischio ma sinceramente non si capisce rivolto a chi!!