"Permesso di soggiorno? 400 euro Ma poi chi riscuote scappa via"

Il sindacalista: "In aumento i sedicenti esperti che promettono servizi vari che richiedono lo Spid"

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"Dilagano gli intermediari abusivi, che offrono la consulenza per l’acquisizione della cittadinanza italiana agli stranieri, ma dopo avere incassato il primo acconto spariscono nel nulla". Lo denuncia la Cisl fanese, per iniziativa del responsabile, Giovanni Giovannelli, che ha istituito uno sportello (nora.anolf@gmail.com ast.fano@cisl.it. Tel: 0721 805151) per contrastare il fenomeno e aiutare gli stranieri raggirati e ancora alle prese con lunghe e farraginose pratiche, riguardo principalmente il permesso di soggiorno e la richiesta di cittadinanza italiana.

"Sono in aumento i sedicenti esperti – spiega il sindacalista - che istruiscono pratiche, chiedendo in cambio somme considerevoli, che oscillano da 170 a 400 euro, ma poi improvvisamente cambiano lavoro, abbandonando i malcapitati". I servizi offerti, nell’ambito di quello che secondo le rilevazioni della Cisl è diventato un redditizio business, che in tempi di pandemia si allarga a macchia d’olio, riguardano perlopiù il rinnovo dei permessi di soggiorno e le domande di cittadinanza, che richiedono come punto di partenza l’acquisizione dell’identità digitale, il cosiddetto spid. La procedura, che si snoda in un complesso percorso, può durare fino a tre anni. In questo lungo periodo, se non si presentano i documenti richiesti nelle tempistiche stabilite dal Ministero del Lavoro, la pratica rischia di arenarsi.

"Ho incontrato diverse persone in difficoltà – aggiunge Giovannelli –, che hanno pagato ingenti somme di denaro, ma sono stati lasciati nel guado nel momento più difficile. Di conseguenza, invito a non fidarsi del faccendiere di turno, affidandosi invece al nostro patronato, oppure ad altri regolarmente convenzionati col ministero, anche perché la spesa è molto contenuta". Nel Fanese, gli immigrati residenti da almeno dieci anni, quindi in possesso del requisito per ottenere la cittadinanza italiana, sono perlopiù senegalesi, nordafricani, albanesi, cinesi. "Le loro padronanze informatiche – conclude l’esponente della Cisl – sono in molti casi limitate, così come la dimestichezza con la lingua e con la nostra burocrazia, dunque devono essere assistiti da personale esperto. La presentazione della domanda è solo l’inizio. Successivamente sarà chiesto loro di produrre diversi documenti in copia, prima di essere convocati dalla prefettura di Pesaro per la presentazione degli originali, ultimo step per ottenere la cittadinanza italiana".

Marco D’Errico